modi di dire... riciclati.

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Honved 62
00venerdì 4 febbraio 2011 18:54
E' un bel pezzo che volevo proporre questa discussione e spero non sia in passato già presentata...
..comunque eccola qua...

qualche mese fa in uno dei cantieri della mia ditta ( si trattava di arredo urbano..) successe un piccolo incidente: un mio collega con il proprio camion non trovò di meglio che fare manovra all' interno di una grande aiuola del parco dove lavoravamo... risultato mezzo impantanato e trainato fuori con l'escavatore e soprattutto aiuola completamente " arata "... spazzolata feroce del capocantiere all'incauto autista... sequela di irripetibili bestemmie e innominabili epiteti per finire con un " varda che raza de MANDRON che te hai fat su..." ( guarda che razza di MANDRONE che hai fatto..)

... quante sono le parole o i modi dire mutuati dalla GG ed entrati a far parte della quotidianetà della vita civile?

qui in Trentino " fare un mandrone " significa ribaltare tutto...
..altri detti come "rompere le scatole" o "avere le palle girate" oggi hanno un ben preciso significato ma nella GG ne avevano un altro...
... e quindi la domanda è: ma nel resto d'Italia esistono altri detti riconducibili a quelli della Grande Guerra?

Ciao a tutti.. Marco.

lemberg
00venerdì 4 febbraio 2011 19:01
Mai sentito i giornalisti parlare di Caporetto? spesso anche molti usano ambaradam con lo stesso significato di Mandron riferendosi (ma sono certo che i più non lo sanno) alla sconfitta coloniale delle truppe italiane sull'Amba Aradam.

Lemberg
mauropin
00venerdì 4 febbraio 2011 19:28
Per Lemberg

Per noi italiani tre anni dopo la vergogna, o mi sbaglio ?
Un triste saluto, Mauro. [SM=g27989]
"per aspera ad astra"
Honved 62
00venerdì 4 febbraio 2011 20:32
Re:
lemberg, 04/02/2011 19.01:

Mai sentito i giornalisti parlare di Caporetto? spesso anche molti usano ambaradam con lo stesso significato di Mandron riferendosi (ma sono certo che i più non lo sanno) alla sconfitta coloniale delle truppe italiane sull'Amba Aradam.

Lemberg



Caporetto non lo avevo nominato perchè è forse il più conosciuto di tutti... quasi ogni giorno o sui giornali o alla tv si sente la fatidica frase " è stata una caporetto..."

La locuzione Amba Aradam ( usata molto anche qui in Trentino..) che io sappia non fa parte della grande Guerra ma ricorda la battaglia stessa nella campagna del 1936 in Etiopia e soprattutto una delle vergogne italiane più grandi, di qualche tempo dopo , con il bombardamento all' iprite e la conseguente gassazione di alcune migliaia di ribelli etiopici asseragliatisi nelle caverne del monte ( Amba ) Aradam.
mito65
00sabato 5 febbraio 2011 08:10
Re:
Honved 62, 04/02/2011 18.54:

E


qui in Trentino " fare un mandrone " significa ribaltare tutto...
..altri detti come "rompere le scatole" o "avere le palle girate" oggi hanno un ben preciso significato ma nella GG ne avevano un altro...






Curioso, spiegami un po'...
Perchè Mandrone? Forse per le pendici accidentate del Monte Mandrone?
E qual'era il significato originale di "rompere le scatole" e "avere le palle girate"?
Grazie.

Panzer.
00sabato 5 febbraio 2011 13:09
Re: Re:
mito65, 05/02/2011 8.10:




Curioso, spiegami un po'...
Perchè Mandrone? Forse per le pendici accidentate del Monte Mandrone?
E qual'era il significato originale di "rompere le scatole" e "avere le palle girate"?
Grazie.





Il detto "avere le palle girate" e' molto curioso, ma ha una spiegazione molto semplice.. Lascio pero' che sia Auromarc ad illustrare la cosa, visto che e' stato proprio lui a raccontarmelo.. [SM=g7348]
Honved 62
00sabato 5 febbraio 2011 18:23
Re: Re:
mito65, 05/02/2011 8.10:




Curioso, spiegami un po'...
Perchè Mandrone? Forse per le pendici accidentate del Monte Mandrone?
E qual'era il significato originale di "rompere le scatole" e "avere le palle girate"?
Grazie.




"Fare un Mandrone" deriva dalle battaglie combattute in Adamello e precisamente sulla Vedretta del Mandrone, posta sotto le Lobbie, e la conca Mandrone, da cui partivano gli attacchi italiani verso il Lagoscuro-Passo Maroccaro-Cima Presena.

" rompere le scatole" deriva dal fatto che ai soldati venivano consegnate le munizioni in scatole di cartone sigillate ( es. quelle del 91 contenevano 3 caricatori..) e l' ordine "rompete le scatole" significava prepararsi per un assalto o per la difesa... e quindi il detto è passato alla storia e poi alla vita civile come un qualcosa perlomeno fastidioso....

"avere le palle girate" se oggi significa "avere girati i cosidetti..",nella GG identificava un tipo di munizioni da fucile tipo " dum dum artigianale"... questi colpi erano preparati dai singoli soldati ( di ambedue gli schieramenti )semplicemente togliendo la pallottola dal bossolo e rimontandola capovolta... il proiettile non essendo camiciato posteriormente una volta sparato e colpito il bersaglio si deformava vistosamente con effetti terribili per il colpito...detti colpi venivano tenuti sui parapetti delle trincee così se si veniva fatti prigionieri non si rischiava di essere fucilati... come si sa queste munizioni sono bandite dalla Convenzione di Ginevra... [SM=g7362]
Da tener presente che queste munizioni erano utili alle corte distanze, infatti per vari fattori i proiettili dopo qualche decina di metri " impazzivano " e perdevano la mira... [SM=g7366]
falisca.
00lunedì 14 febbraio 2011 18:04
Anche salvare la ghirba si usa ancora, non proprio comunemente ma qualche volta si sente ancora.
Estor delle Paludi
00lunedì 14 febbraio 2011 18:58
Sentita sentendo parlare ironicamente di un politico locale, sempre in pista nonostante vari "problemini"
"'nne che tante de le volte saria gito a scola co Badoio?"
(Non sarà per caso andato a scuola con Badoglio?)
_MEMENTO_
00lunedì 14 febbraio 2011 19:13
approposito di Badoglio.........
quando ero piccolo e andavamo a pescare in canale, eravamo soliti pescare una specie che era poco commestibile, così tanto per passare il tempo, assomigliava ad una reina detta anche carpa comune, ma dato che non era puro veniva comunemente chiamato bastardo o per individuarlo subito BADOGLIO.
bepe sat'ciapà? un badoglio chel sarà un chilo, butalvia clè bon da ninte.

salve a tutti.
Estor delle Paludi
00lunedì 14 febbraio 2011 20:14
Re:
_MEMENTO_, 14/02/2011 19.13:


un badoglio chel sarà un chilo, butalvia clè bon da ninte.





[SM=g7346]
lemberg
00martedì 15 febbraio 2011 14:40
I dialetti sono FA VO LO SI!

Lemberg
aiace.31
00giovedì 17 febbraio 2011 14:21
Re:
_MEMENTO_, 2/14/2011 7:13 PM:

approposito di Badoglio.........
quando ero piccolo e andavamo a pescare in canale, eravamo soliti pescare una specie che era poco commestibile, così tanto per passare il tempo, assomigliava ad una reina detta anche carpa comune, ma dato che non era puro veniva comunemente chiamato bastardo o per individuarlo subito BADOGLIO.
bepe sat'ciapà? un badoglio chel sarà un chilo, butalvia clè bon da ninte.

salve a tutti.


E ancora a proposito di Badoglio, esiste una canzone che si intitola "Badogliade" in cui si prende in giro il generale , per il suo comportamento. Credo che pero' sia dell'epoca della 2 guerra mondiale.

ronco78
00venerdì 18 febbraio 2011 21:38
Forse se n'era forse già parlato ma...anche l'invito "...canta, che ti passa!" arriva dritto dritto dalla Grande Guerra, lo riprese Pietro Jahier nella sua rccolta dei Canti del soldato, e la tradizione vuole che l'avesse tratto direttamente da un'iscrizione trovata in una dolina del Carso....

saluti
Salzburgerin
00sabato 19 febbraio 2011 12:12
Wow...
io ero convinta che i detti su scatole e palle avessero radici ben più "basse" in tutti i sensi... [SM=g7346]

Io mi fermo alla storia della superstizione dei fiammiferi:non accendere più di due sigarette con un fiammifero, mi pare, perchè il tempo che serve ad accenderne tre è lo stesso che serve ad un cecchino per caricare, puntare e tirare, quindi far fuori il terzo fumatore. Hp detto giusto?
Honved 62
00sabato 19 febbraio 2011 16:39
Re:
Salzburgerin, 19/02/2011 12.12:

Wow...
io ero convinta che i detti su scatole e palle avessero radici ben più "basse" in tutti i sensi...


Infatti... lo pensavo anch'io prima di trovarlo scritto su " Aquile in Guerra "... e a quasi tutti quelli che lo ho raccontato mi hanno guardato increduli come a dire " ma mi prendi in giro?..." [SM=g2467374]


giappy50
00sabato 19 febbraio 2011 19:11
La superstizione risale alla guerra Anglo-boera del 1899 (se non sbaglio l'anno); erano i cecchini boeri che fulminavano il terzo fumatore.
Ciao. Gianpietro
Honved 62
00sabato 19 febbraio 2011 20:41
Sul Carso c'erano i fanti sardi della Sassari che per evitare di essere colpiti in trincea dai cecchini AU fumavano " dentro " ovvero con il sigaro alla rovescia ( la brace in bocca..!!! ).

Ai tempi che lo avevo letto ( non ricordo in quale libro..) fumavo anch'io ( sono più di quindici anni che ho smesso.. ) e incuriosito ho voluto provare con una normale sigaretta Camel.... Terribile..!!! Non so come facessero....
[SM=g2467374]
ronco78
00giovedì 24 febbraio 2011 01:52
Anche l'espressione "scemo di guerra" attinge direttamente dalla grande guerra, in cui per la prima volta si registrarono in modo diffuso e sistematico episodi di soldati impazziti a causa delle situazioni disumane dei campi di battaglia (shell shocked). Questi poveri ragazzi passarono direttamente dai bombardamenti nelle trincee ai manicomi, e qui le conoscenze mediche non erano ancora in grado di affrontare in modo adeguato questa "nuova" patologia....

saluti
vico51
00giovedì 24 febbraio 2011 13:11
L'an de la fam
Nel Feltrino si usa ancora dire ( mi riferisco, in particolare, alle persone anziane ) "lonc come l'an de la fam": lungo, interminabile, proprio come il cosiddetto "anno della fame", vale a dire il periodo compreso fra il novembre del 1917 e l'ottobre del 1918, quando la zona fu occupata dall'esercito AU.

Saluti.
FlorianDimai
00giovedì 24 febbraio 2011 22:07
Spero di non sbagliarmi, ma anche il modo di chiamare i tedeschi "crucchi" deriva dalla GG, in quanto i prigionieri tedeschi appunto erano soliti richiedee abbondanti dosi di "kruk" ... ovvero polenta.

E poi il termine "cecchino" ...

Ciao fioi

_MEMENTO_
00venerdì 25 febbraio 2011 08:51
Premetto subito....... prima di scatenare un nuovo conflitto, che non è mia intenzione offendere chicchessia.
E' solo una disquisizione etimologica del termine.

Gli austriaci venivano comunemente chiamati "mangiasego", era un modo di dire molto in voga durante la grande guerra e spesso si ritrova scritto nei vari diari dei nostri soldati per canzonare il nemico.
Questa parola o modo di dire, al contrario di crucchi, non viene più usata, ha un'origine risorgimentale ed era un appellativo popolano dato agli allora dominatori in quanto il sego, grasso perlopiù bovino e simile allo strutto, pare venisse usato per impomatarsi i baffi.
Allora il gel non esisteva e per la cosmesi ci si ingegnava.

Salve a tutti.
Duedicoppe!
00venerdì 25 febbraio 2011 10:00
Sottoscrivendo in pieno quanto premette Memento sul non voler offendere nessuno, ma semplicemente come ulteriore riferimento all'origine risorgimentale dell'associazione fra sego e militari AU, mi viene in mente la nota poesia "Sant'Ambrogio" del Giusti, che dice, riferendosi ad una sua visita alla chiesa milanese affollata di soldati:

"Sentiva un'afa, un alito di lezzo;
scusi, Eccellenza, mi parean di sego,
in quella bella casa del Signore,
fin le candele dell'altar maggiore."

Alla prossima
Paolo
lemberg
00venerdì 25 febbraio 2011 10:32
Ma il giusto Giusti dice anche...

un cantico tedesco, lento lento
per l'aër sacro a Dio mosse le penne;
era preghiera, e mi parea lamento,
d'un suono grave, flebile, solenne,
tal, che sempre nell'anima lo sento:
e mi stupisco che in quelle cotenne,
in que' fantocci esotici di legno,
potesse l'armonia fino a quel segno.

Sentia, nell'inno, la dolcezza amara
de' canti uditi da fanciullo; il core
che da voce domestica gl'impara,
ce li ripete i giorni del dolore:
un pensier mesto della madre cara,
un desiderio di pace e d'amore,
uno sgomento di lontano esilio,
che mi faceva andare in visibilio...

Lemberg
Duedicoppe!
00venerdì 25 febbraio 2011 11:15
Certamente. Il Giusti chiude poi anche con un senso di fratellanza verso quei soldati “di Croazia e di Boemme”, mostrando come l’oggetto dei suoi strali fosse la politica e non i popoli dell’Impero. Ma come dicevo, non ho alcuna intenzione di condividere pregiudizi verso nessuno, mi limito a fare un esempio dell’uso risorgimentale del modo di dire. Absit iniuria verbis…
Buona giornata
Paolo
Kranebet
00sabato 26 febbraio 2011 19:01
Se fai il cattivo ti faccio mangiare dai profughi!

Ebbene sì, durante l'esodo della popolazione civile dell'Altopiano di Asiago seguito alla Strafexpedition, le popolazioni di origine cimbra dell'Altopiano vennero portate in pianura o in una delle mille località d'Italia adibite a centri di raccolta dei profughi.
La parlata cimbra, in quanto di origine germanica, ingenerò nelle popolazioni "ospitanti" questo modo di dire ai loro bambini, al passare delle carovane dei profughi ...
Questo modo di dire, ormai desueto, forse ai più è sconosciuto ... non certo agli abitanti dell'Altopiano ...
giappy50
00sabato 26 febbraio 2011 21:26
Lo dicevano anche a Firenze a proposito dei friulani.
Giappy
falisca.
00mercoledì 9 marzo 2011 11:23

Fresco, fresco da un diario carsico trovo l'espressione "campato in aria" usato per definire un reparto che era rimasto isolato e privo di collegamento ai fianchi con gli altri reparti comandati all'assalto. [SM=g7346]
_MEMENTO_
00mercoledì 9 marzo 2011 19:24
Re:
FlorianDimai, 24/02/2011 22.07:

Spero di non sbagliarmi, ma anche il modo di chiamare i tedeschi "crucchi" deriva dalla GG, in quanto i prigionieri tedeschi appunto erano soliti richiedee abbondanti dosi di "kruk" ... ovvero polenta.




il popolino, poco o nulla istruito, non faceva differenza e chiamava generalmente "tedeschi" anche gli austriaci e coloro che appartenevano alla moltitudine imperiale, mentre per quanto riguarda la parola "crucco" si diffuse rapidamente per via del fatto che i soldati italiani avevano italianizzato la parola "kruh", cioè pane, insistentemente pronunciata da affamati prigionieri austriaci di nazionalità croata e slovena.

viking-77
00mercoledì 9 marzo 2011 19:35
Ancora adesso vengono chiamati crucchi, e nn viene fatta distinzione tra tedeschi ed austriaci (e credetemi che c è una differenza ENORME).
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