Wargame o reparto geriatrico - D&P41

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Tridente.Bologna
00mercoledì 12 maggio 2010 19:09
Nel numero 41 ho trovato molti spunti interessanti e probabilmente fonti di discussioni. Il primo l'ho trovato proprio nel Breafing.

Sintetizzo il discorso evidenziando due frasi:

"Ma chi sono i nuovi wargamer? Fra i 40 e 50 anni, ovviamente maschi, con una passione fin da piccoli per i soldatini [...]

[...] I giocatori aumentano sì, ma senza l'arrivo di giocatori più giovani tra 20-30 anni a wargame si giocherà solo nelle case di riposo!!"



Son convinto che fare proselitismo per fornire nuova linfa vitale al wargame sia importante, ma siamo sicuri che va cercata tra i giovani?
Ovviamente con questo non voglio escludere nessuno e men che meno i giovani, però è proprio questa la via migliore o semplicemente quella più naturale?

Quando ero bambino io i soldatini erano il gioco più in voga assieme a Lego e macchinine. Non c'era bisogno di nessuno che mi convincesse a giocare con i soldatini era... naturale come bere un bicchiere d'acqua. e dirò di più, si usavano i soldatini della Atlantic ossia soldatini che richiamavano eventi storici e non fantasy o fantascientifici, allora non esistevano ancora o se c'erano erano sicuramente al di là della mia vita quotidiana. Ma anche se erano storici tutti ci giocavano e tutti bramavano di possederli (mi viene in mente l'articolo di Conan [SM=g8228] ).

Oggi siamo arrivati a dover dire di dover convincere i nostri figli a giocare a soldatini...
Come allora era naturale giocare a soldatini oggi lo è usare la DS o la Playstation o la WII ecc. Gli unici "soldatini" con cui li vedo giocare sono i Gormiti, ovviamente sino a quando non diventano abbastanza grandi per avere l'autorizzazione di usare i videogiochi.

Non stiamo forse cercando di fare andare l'acqua dal basso verso l'alto? Le cose ormai sono cambiate e in qualche maniera è necessario farsene una ragione, quindi è probabile che il futuro del wargame sia diverso da come ce lo immaginiamo o come lo vorremmo, ciò che importa è che ci sia un futuro positivo, anche se fatto di over 30.

Io comunque ho appena insegnato i rudimenti degli scacchi a mia figlia che sembra aver apprezzato, quindi almeno in casa mia il tentativo di proporre un'alternativa verrà fatto [SM=g8228]

feanor65
00mercoledì 12 maggio 2010 20:43
Ciao.Ho letto la tua discussione e in molte cose mi ci ritrovo.Anche io da bambino ( ora ho 45 anni) giocavo, oltre che al subbuteo e alle costruzioni lego, ai soldatini soprattutto gli atlantic che se non ricordo male costavano 150 lire la scatoletta a cubo con 3 soldatini.Mi regalavano anche gli Airfix e spesso compravo i Timpo , quì ricordo bene 150 lire l'uno.Io sono di Roma e il negozio dei miei sogni era Vebbi a via xx settembre e a via Parigi oltre ad un negozio,per i timpo, che si chiamava Paparelli a piazza S,Maria Maggiore.Mi regalavano anche i romani della elastoli, oggi riprodotti dalla Preiser,nonche confezioni di soldatini vari di marche sconosciute comprati ai mercatini.Sono d'accordo con te i computer hanno un po rovinato tutto tanto da far fallire ditte come la subbuteo ( oggi chi ci giocherebbe piu' con questi popo', così si dice a Roma, di giochi tipo Pes e simili,ma anche i soldatini sono a rischio con i vari Total war.Io, x fortuna, ho un nipote che condivide con me questa passione tuttavia, credo che lo perderò appena conoscerà una ragazza e lo riconquisterò dopo che si sarà sposato e, magari avrà qualche figlio.E' vero i computer hanno praticamente distrutto i giochi dell'infanzia. anche x questo oggi l'adolescenza non esiste piu', si passa dall'essere bambini a grandi saltando tutto il meraviglioso periodo dei giochi.Per altro oggi i soldatini non li trovi piu nei negozi di giocattoli ma in quelli di modellismo e, non essendoci piu' le varie upim,standa, rinascente o, per chi è di roma, ricorderà la CIM, vicino a via parigi,è difficile per un bambino, se non accompagnato appositamente entrare in un negozio di modellismo.
Ogni tanto torno indietro con il pensiero e riesco a riassaporare il profumo dei miei magnifici giorni da bambino in cui andavo in questi grandi magazzini o negozi di giocattoli di roma a comprare atlantic, nardo,timpo, elastolin ed airfix.
Per concludere penso che oggi sia facile far avvicinare al wargames ragazzi dai 13 ai 16 anni, vederli allontanarsi oltre questa età, e vederli tornare una volta maturi, sposati o diventati indipendenti.
dadiepiombo
00giovedì 13 maggio 2010 17:16

Per concludere penso che oggi sia facile far avvicinare al wargames ragazzi dai 13 ai 16 anni, vederli allontanarsi oltre questa età, e vederli tornare una volta maturi, sposati o diventati indipendenti



sicuramente questa deve essere la strategia. Seminare e poi raccogliere i frutti qualche anno dopo.
Però sono in pochi quelli che seminano...
CesareBorgia
00venerdì 14 maggio 2010 12:04
Concordo con il fatto che non sia impossibile coinvolgere i giovani nel fantastico mondo dei wargame.

Certo è difficile perchè magari non partono da una passione modellistico/storico che un adulto può avere, oppure ancora sono solitamente attratti dai videogiochi o ancora non hanno voglia di leggere più di 3 righe e scritte grosse per imparare a giocare, o fors'anche spesso devi scontrarti con il fatto che presentare un gioco storico li faccia sembrare di essere a scuola e quindi per partito preso lo rifuggono.

Nell'associazione in cui opero, su 28 soci ben 21 hanno una età media di circa 20 anni per cui possiamo dire che l'età giovane c'è. A cosa giocano? Principalmente fantasy e fantascienza, non necessariamente GW, ma anche altri giochi.

Perchè? perchè possono divertirsi senza troppi "sbattimenti", senza dover sapere l'esatto colore delle uniformi o come cavalcavano gli ussari francesi quando l'umidità era del 47% o semplicemente ignorando l'esistenza di certe battaglie o eventi (e qui potremmo aprire un'altra discussione) e perchè possono pensare che tutto sia lecito e possibile senza sentirsi dire "no, quella cosa no perchè non si faceva".

Imparano a giocare, a divertirsi attorno ad un tavolo assieme, a staccarsi dai videogiochi e dai social network e imparano una passione che spero rimanga in loro anche negli anni a venire.

Giocheranno poi lo storico? Non lo so, la cosa migliore è semplicemente prenderli per mano e pian piano mostrare che giocare con orchi e goblin oppure con francesi e prussiani di fondo ha lo stesso divertimento.

Quanti accoglieranno questa novità? Non lo so e se debbo essere sincero poco mi importa, perchè anche se stanno muovendo miniature di marine spaziali oppure di insettoni giganti, per me vederli attorno a quel tavolo è una soddisfazione senza prezzo.

Grazie

Pierpaolo
robpask
00venerdì 14 maggio 2010 17:04

Come ormai ben sapete, dalle mie parti i wargamers sono come ectoplasmi.
Una volta "presi il coraggio a 2 mani" e decisi di sondare il terreno presso le 2 fumetterie della città.

Il gestore della prima, che conservava un paio di scatole polverose di warhammer, mi rispose gentilmente..."qualche anno fa giocavamo. Ora i ragazzi impazziscono per i giochi di carte...". Poi tentò di vendermi quelle scatole che conservava da tempo immemore... [SM=g8320]

Il gestore della seconda, che aveva qualche blister di Confrontation (da secoli anche lui...), fu meno gentile e mi disse: "guarda che lo storico non selo c..a più nessuno".
Alla mia proposta di provare un piccolo tavolo, magari a Crossfire, mi raccontò: "...una volta facevo giocare dei ragazzi a Confontation, ma si ubriacavano spesso e ho smantellato il tutto. E poi non spendevano manco una lira...".

Bye bye [SM=g8140]

Roby

mastarna75
00venerdì 14 maggio 2010 20:12
E bbravo Fabbio che mi ha anticipato! [SM=g8149]
Ma siccome Lorenzo è molto più bravo di me, mi ha spedito immediatamente la copia di D&P, anche se ho rinnovato l'abbonamento in ritardo e quindi ho potuto leggere solo oggi questo gran bel numero con tutti i suoi stimolanti articoli.
Veniamo al dunque.
Non mi sembra di poter dire che lo storico tiri di meno perché occorre sbattersi maggiormente. Quando cominciai, avevo 17 anni, molto interesse per la storia e qualche conoscenza superficiale. Studiai un regolamento (grazie Lorenzo!), lo imparai, feci qualche partita e siccome mi divertivo iniziai a coltivare l'hobby in maniera continuativa. L'interesse per il rigore storico (con tutti i suoi limiti), la precisione nella pittura, la conoscenza degli eventi è giunta dopo, quasi in maniera naturale per mia sola ed esclusiva inclinazione personale. Non credo infatti che se questi interessi non ci fossero stati, i miei maestri mi avrebbero radiato dai tavoli da gioco. L'importante è rispettare i termini (le regole) del gioco che si sta giocando, sia esso Warhammer 40.000, Confrotantion, DBM, Impetus o qualsiasi altra cosa.
Credo che l'idea dello storico come di qualcosa di difficile purtroppo sia data dagli stessi giocatori che lo praticano, che appunto si formalizzano sul colore della mostrina o sulla gittata del cannone. Infatti, se ribaltiamo il discorso, anche in giochi come quelli GW c'è un sistema ormai codificato di colori e uniformi collegati a ciascuna fazione. Allora perché questo non pesa, mentre quello dello storico si? Forse perché alcuni giocatori troppo rigidi ne fanno una questione di vita o di morte.
Non sarebbe molto più semplice se, dato un regolamento, lo si usa con le indicazioni che dà per simulare la battaglia e buon divertimento, fine del discorso!?
Poi ovviamente se a uno piace particolarmente l'aspetto uniformologico sarà libero di curare il suo esercito fin nei minimi dettagli (io sono tra questi), ma senza presentarlo come conditio sine qua non.

Venendo alla pars construens di questo discorso, quando abbiamo organizzato la nostra convention a Verona, il modo per far avvicinare le persone ai tavoli è stato quello di chiedere loro di fornire un giudizio di preferenza in cambio di un gadget costituito da una miniatura (gentilmente fornita dalla AUDE).
Risultato: gente di tutte le età ha girato intorno ai tavoli. Forse qualcuno di questi l'ha dipinto quel pezzo di piombo che gli abbiamo regalato, magari qualcuno ci sta pensando, mentre altri pensano a cosa farne...
Purtroppo nel frattempo, per una serie di coincidenze incredibilmente sfortunate, il nostro club si è ridotto all'osso, senza una sede e con enormi altre difficoltà, quindi non siamo riusciti a cogliere gli eventuali frutti di quel lavoro.
Comunque, noi abbiamo seminato così e magari qualche risultato in futuro si vedrà...

Madonna che prolisso!!! [SM=g8185]
LotB
00sabato 15 maggio 2010 19:13
Dal mio punto d'osservazione, cioè Torino, mi pare che ci siano ancora abbastanza giovani che si affacciano al wargame 3D.

Dove?
Dove essi trovano con più facilità un ambiente e delle persone che li introducono nell'hobby: i negozi GW o che vendono (quasi esclusivamente) i prodotti GW.
Passando per i vari negozi il sabato pomeriggio, soprattutto, ma anche in altri giorni, si vedono diversi ragazzi-ragazzini tra i 12 - 15/17 anni intenti a dipingere o a giocare.
Da quello che ho potuto vedere, non mi pare si possa dire la stessa cosa per i negozi di modellismo dove si vende anche qualcosa di "storico".
Nella maggioranza dei casi, i vari negozi collegati alla GW sono pure collegati ad un club, dove, solitamente di sera, si trovano i giocatori con qualche anno in più.
Ai vari tornei di Warhammer e Warhammer 40K l'età oscilla dai giovanissimi (15 - 16 anni) ai Veterani (+50), con una maggiore presenza di venti-trentenni.

Perchè GW?
Oltre ai motivi logistici sopra indicati, a favore della GW giocano:
- la scala e le dimensioni delle miniature
- la disponibilità immediata (che ovviamente si deve pagare) di TUTTO quello che serve, quindi non solo le miniature, ma anche:
- regolamento di gioco
- vari libri degli eserciti
- esaurienti indicazioni sulla pittura
- edifici e elementi del paesaggio per arricchire i tavoli da gioco
(e ora persino il tavolo!).

Cosa offre invece lo storico?
- una limitata scelta di miniature, soprattutto riguardo alla scala 28 mm: noi stessi dobbiamo fare i nostri acquisti principalmente via mail tramite Internet;
- sovente la stessa cosa avviene anche per i regolamenti di gioco;
- il formato 6-15 mm ed anche quello 1/72, agli occhi di un ragazzino (e non solo) ha indubbiamente una forza di attrazione minore del 28-30 mm delle miniature GW;
- per i colori delle divise e delle bandiere, che devono essere il più possibili aderenti a quelle vere, devi fare a volte delle ricerche che neanche uno "Storico" si metterebbe a fare! Ne so qualcosa io quando mi sono avvicinato alla Guerra di Successione Spagnola. Neppure al Museo "Pietro Micca" hanno saputo darmi alcune informazioni. C'erano degli errori persino sul catalogo della mostra che avevano organizzato nel 2006!!!!! E' stato solo Marco Greghi di AmeMieiDragoni che, molto gentilmente, mi ha fornito del materiale direi indispensabile, difficilmente trovabile.

Come potete pensare che un ragazzino possa avvicinarsi allo "storico"? Magari lo farà, quando sarà un po' cresciuto e si sarà stancato di spendere per i prodotti GW. O forse no?

Ciao a tutti,
[SM=g8320]
robpask
00sabato 15 maggio 2010 20:38
Io penso che sia ovvio e soprattutto naturale che un ragazzino sia attratto dalla FANTASIA piuttosto che dal "rigore storico".
Il contrario mi inquieterebbe.

Roby



mastarna75
00sabato 15 maggio 2010 21:34
Il problema è proprio questo: siamo così sicuri che giocare con la storia escluda del tutto la fantasia?
Da piccolo, prima di iniziare a giocare a wargame, sognavo le imprese di nobili e cavalieri sfogliando la storia a fumetti di Enzo Biagi... è così inquietante? Non è forse un esercizio di fantasia calato in un contesto più o meno storico?
E se pensare ad un ragazzo attratto dal fascino della storia si può considerare inquietante, allora quando si dice che per GIOCARE la guerra di successione spagnola occorre addirittura andare a modificare le indicazioni dei cataloghi delle mostre che si dovrebbe pensare (ripeto, senza offesa: anch'io faccio cose di quel genere)?!
Secondo me la questione di fondo è sempre che l'ambiente dei giocatori di storico è poco elastico e quindi la gente, specie se si tratta di giovani, si trova a disagio.

E ora, proprio in tema di storia e fantasia, vado a guardarmi Robin Hood. Ciao a tutti!
robpask
00domenica 16 maggio 2010 12:01
Re:
mastarna75, 15/05/2010 21.34:

Il problema è proprio questo: siamo così sicuri che giocare con la storia escluda del tutto la fantasia?
Da piccolo, prima di iniziare a giocare a wargame, sognavo le imprese di nobili e cavalieri sfogliando la storia a fumetti di Enzo Biagi... è così inquietante? Non è forse un esercizio di fantasia calato in un contesto più o meno storico?
E se pensare ad un ragazzo attratto dal fascino della storia si può considerare inquietante, allora quando si dice che per GIOCARE la guerra di successione spagnola occorre addirittura andare a modificare le indicazioni dei cataloghi delle mostre che si dovrebbe pensare (ripeto, senza offesa: anch'io faccio cose di quel genere)?!
Secondo me la questione di fondo è sempre che l'ambiente dei giocatori di storico è poco elastico e quindi la gente, specie se si tratta di giovani, si trova a disagio.

E ora, proprio in tema di storia e fantasia, vado a guardarmi Robin Hood. Ciao a tutti!



Ti quoto del tutto!!! [SM=g8149]
Infatti intendo proprio questo.
Io ho cominciato a giocare con un mio caro amico alle elementari attratto dagli Atlantic WWII che mi furono regalati e che divennero l'esercito di un impero fantasioso (che sopravvive nel mio Blog...).

Tuttora, pur giocando lo storico, lo faccio senza fissazioni uniformologiche o di ordini di battaglia o di palle di cannone (cose legittime e molto interessanti, ma troppo faticose per me o per chi ha poco pochissimo tempo).

Ciò che non attrae non è lo storico in sè, ma la pedanteria.

LotB
00domenica 16 maggio 2010 16:42
Re:
mastarna75, 15/05/2010 21.34:


[omissis]
... allora quando si dice che per GIOCARE la guerra di successione spagnola occorre addirittura andare a modificare le indicazioni dei cataloghi delle mostre che si dovrebbe pensare (ripeto, senza offesa: anch'io faccio cose di quel genere)?!
[omissis]


L'errore mi venne segnalato proprio da una persona che lavora nel Museo e riguardava il colore di alcune parti del vestiario di un determinato Reggimento, per il quale io avevo iniziato a dipingere le miniature.
Due diverse immagini stampate in due pagine del catalogo erano in contraddizione. Quando chiesi quale delle due fosse qualla corretta, mi fu risposto: "Nessuna delle due", e mi vennero fornite altre indicazioni.
Portando questo esempio, io volevo semplicemente dire che sovente è piuttosto difficile trovare delle indicazioni su come dipingere le miniature "storiche", il che complica notevolmente la vita, non solo ai ragazzini ma anche agli adulti.
[SM=g8320]
Ciao

Babayaga2
00domenica 16 maggio 2010 20:04
Io un'opinione un po' diversa circa le difficoltà di avvicinamento delle generazioni più giovani al wargame storico, pur condividendo molte delle motivazioni date da altri amici negli interventi precedenti.
Il fatto è che l'immaginario di riferimento che avevamo noi anni fa, e cioè quello dei film e dei libri di avventura (quasi sempre storici)adesso in pratica non esiste più. Anche i giocattoli per i maschietti - ed i soldatini ne sono un chiarissimo esempio - gravitavano sempre in quell'area. Ma era soprattutto il cinema che - spaziando dal kolossal al peplum, passando per una vasta gamma di cinematografia storica - credo condizionasse i punti di riferimento dei nostri giochi.

Oggi tutto questo è finito e, se riflettete bene, è avvenuto in concomitanta con l'evoluzione rapidissima degli effetti speciali computerizzati, particolarmente indicati per ricostruire mondi fantastici o di fantascienza. Fantasy e Sci-Fi sono diventati l'immaginario dei ragazzi di adesso, con l'eccezione di qualche blockbuster che utilizza a piene mani le meraviglie del computer o di pochissimi altri film, tra i quali spesso si insinua una venatura di fantastico.
Non a caso le new entry riconoscono soprattutto il periodo romano, quello medioevale e la 2A G.M. .
A questo si aggiunge l'elemento del politically correct che - a scanso di equivoci - induce i produttori a non avventurarsi su terreni minati dove, grazie ad una nuova e spesso diversa visione del passato, occorre andarci con mano leggera su tanti conflitti (e non solo western o coloniali).

Da parte nostra, ci mettiamo soprattutto due cose, particolarmente scoraggianti: il proliferare inasterrabile dei regolamenti, per i quali dire che è una giungla è dir poco (spesso anche per i giocatori)e l'impossibilità di comprare e giocare, non perchè occorre dipingere ecc. (sono abituati) ma per la ricerca, la comprensione delle army list, l'uniformologia, ecc. In pratica, se vuoi cominciare, devi già avere ben chiaro il periodo che ti interessa, altrimenti - se non hai un adeguato background - è un incubo, con tipi di soldati che non hai la minima di cosa siano o come vanno impiegati.

In ultimo (e lo dico da organizzatore di una manifestazione) il fatto che, purtroppo, spesso i dimostratori sono tutti di una certa età, per cui i ragazzi hanno un'istintiva diffidenza, pensando inoltre che i tavoli siano belli ma pallosi, in particolare quelli gestiti da chi pensa di insegnare un regolamento ad un absolute beginner in poco tempo e spiegandoglielo durante il corso della partita, anzichè privilegiare il gioco e la scorrevolezza: se si appassiona, magari un pensierino ce lo farà, ma se non capisce niente e muove i pezzi come un automa, allora.....! Con le dovute eccezioni, s'intende.



feanor65
00domenica 16 maggio 2010 20:10
Io credo che una differenza di approccio al wargame storico sia dovuta anche alla scelta degli eserciti.Mi spiego meglio.Se si gioca a warhammer, fantasy o 40.000, hai una vasta scelta di eserciti tutti con delle caratteristiche affascinanti.Forse, escluderei gli shaken e gli uomini lucertola, i meno accreditati, ma, per il resto,sopratutto i ragazzi, hanno un'ampia scelta.Per lo storico, a mio avviso il discorso cambia.Io, come scritta sopra ho cercato di coinvolgere i miei nipoti, inizialmente con il fantasy nel quale non ho avuto problemi,ed adesso con lo storico dove, invece, ci sono dei problemi.Quali?Semplice la scelta degli eserciti.Io, per esempio, colleziono tutti i romani dal repubblicano al tardo impero, i crociati con i vari ordini religiosi,gli indiani e la cavalleria usa , i risorgimentali ed i nordisti,ora,il problema e che mio nipote i galli, i celti,i suddisti o gli austriaci per combattere contro di me non li vuole collezionare anche a lui piacciono gli stessi eserciti miei.Per cui come combatto? Faccio le guerre civili romani contro romani?
Posso giocare a WAB e fare Spartani o greci,le uniche varianti accettate da mio nipote,contro romani oppure è un guaio.A lui i sudisti non piacciono,e, per una questione di onore, ( che gli ho infuso io)contro Roma non si combatte,quali eserciti puo' scegliere?Non gli vanno nemmeno gli islamici x combattere contro i crociati,gli austriaci non lo attirano e, l'unica cosa e che per mia fortuna, che sono sempre stato dalla parte degli indiani, non gli dispiace è la cavalleria USA.Tutto questo per dire che, magari, nello storico si puo' incontrare questo ostacolo che nel fantasy è molto minore se non addirittura nullo.
dadiepiombo
00domenica 16 maggio 2010 21:18

Faccio le guerre civili romani contro romani?



direi di sì, ne hanno fatte di guerre civili [SM=g8204]

comunque credo che tutto sia superabile con un po' di flessibilità.

Probabilmente noi giocatori di storico dovremmo giocare anche al fantasy se vogliamo che i giocatori di fantasy giochino anche allo storico. E poi dovremmo pensarla più come un gioco e meno la ricerca di una rievocazione filologicamente "perfetta".

Non so se giocare Normanni contro Romani o Spartani contro Cinesi Han sia più o meno fantasy del fantasy. Ma se i due giocatori si divertono perchè dovrebbero farsi dei problemi?
A me piacciono gli scontri storici, gli scenari ben studiati, le miniature ben dipinte, la paesaggistica ben curata, ma non sempre questo è possibile.
Il wargame secondo me è prima di tutto una sfida tra due "generali" e i loro eserciti in miniatura. E' studiare piani e metterli in atto, è ordinare alle truppe l'assalto o la difesa a oltranza, è muovere sul campo i soldatini e tirare i dadi...
Il resto è contorno, a volte importante, ma sempre contorno.

Credo che negli anni i giocatori di wargame storico per non far la figura dei bambini che giocano ancora a soldatini si siano creati attorno una sovrastruttura "colta" che li ha ingabbiati.
Ora che i bambini non giocano più a soldatini è il caso di uscire dalla gabbia.
Thor-17
00domenica 16 maggio 2010 21:23
Non so se ho diritto di rispondere anch'io dato che allo storico non ho mai giocato, ma voglio esprimere anch'io le difficoltà che si incontrano affacciandosi a qusto hobby.
1) l'esiguità di giocatori, che ti costringe a fare molta strada in auto x fare un paio d'ore di gioco.
2) troppi troppi regolamenti, veramente non si sa dove sbattere la testa.
3) troppi periodi storici, se nel club dove vai giocano solo 2°GM e a te piacciono le guerre medievali hai già finito di giocare.
4) troppe regole, troppe varianti, certo potranno far dire ai giocatori attempati "visto che non è un gioco x bambini", ma troppe regole uccidono il divertimento, percui è meglio passare x adulti mai cresciuti che rompersi e trasformare un gioco divertente x bambini in un palloso gioco x adulti. Tanto x quelli che ci guardano da fuori siamo sempre dei bambocci troppo cresciuti x giocare con i soldatini, qualsiasi sia la difficoltà del gioco.
5) poco tempo e troppe miniature da dipingere, e da dipingere fedelmente, e se poi sbagli esercito e non trovi nessuno con cui giocare hai buttato via tantissimo tempo.
6) difficoltà varie, se ha me interessasse giocare a napoleonico, bè ragazzi meglio cambiare hobby, e questo te lo dicono anche i giocatori più esperti.
7) che esercito faccio, se faccio antico trovo da giocare? E se faccio i romani e tutti fanno i romani? E se tutti fanno i romani, perchè io devo fare i cartaginesi x poter giocare? Nel fantasy se trovo un'esercito uguale posso giocarci tranquillamente contro, ma se gioco storico e gioco crociati contro crociati che storia è?

Forse tutti questi problemi li hanno creati i giocatori, gente mai contenta dei regolamenti, gente che vuole eserciti perfetti e riproduzione di ciò che era la realtà, gente che ha voluto complicar le robe x trasformare il gioco in gioco "adulto", gente che non ti caga nemmeno se non sai chi era pirro o alessandro magno, gente che se sei piccolo sei troppo piccolo, gente che non gioca rivive la storia.
X quanto mi riguarda mi leggo con gioia dadi e piombo bellissima rivista e sogno guardando le fantastiche foto di eserciti irraggiungibili x pittura e tempo di realizzazione, e gia questo x me è divertimento, e poi a sognare non si prendono delusioni, come quando un ometto cinquantenne in giacca e cravatta ti parla un'ora del fatto che la nebbia ha fatto la differenza nei campi di battaglia e questo non è divertente.
Scusate se sono stato prolisso, ma che mi rispondete?

)appius(
00domenica 16 maggio 2010 22:59
Io, rispetto a molti interventi degli amici che mi hanno preceduto, ribalterei il problema.
Secondo me l'elemento essenziale del wargame non è il gioco ma il soldatino.
Alla fine credo che i giovani si appassionano a WH non tanto per il regolamento, quanto per le miniature e per il modo in cui sono presentate.
Poi, è chiaro, imparano il regolamento e ci giocano, ma la folgorazione viene dalle miniature.
E infatti il wargame, in molti casi, è figlio diretto dell'antica passione per i soldatini che animava più o meno tutti noi.
Se si riuscisse a rendere attraenti i soldatini storici tanto quanto lo sono i fantasy forse ci sarebbero meno problemi.
Ma, detto tra noi, vuoi mettere il fascino di una scatola di pezzi GW con quello di una bustina di pezzetti di piombo in 15 mm?
Non a caso, giochi tipo FoW, che hanno curato anche l'aspetto estetico del soldatino o del corazzato, hanno avuto un certo successo, pure essendo storici.
Quello del proliferare dei regolamenti, secondo me, è invece un falso problema.
Se si riuscisse a uscire dalla logica della "regolamentite" e del "torneo" e si tornasse a valorizzare il soldatino storico (in 28, 20, 15 o 6 mm) forse anche il wargame ne trarrebbe giovamento.
Dire cioè ai giovani: guarda che eserciti stupendi puoi creare.
Poi, se vuoi, ci puoi anche giocare.
In questo l'1/72 può molto aiutare, solo che vedere in giro eserciti "storici" in esposizione è molto più difficile che non vedere figure fantasy.
Se nelle vetrine dei negozi di modellismo si iniziassero ad esporre eserciti dipinti (magari in 1/72 e imbasettati singolarmente) credo che la curiosità verrebbe.
In questo noi wargamers dovremmo essere un po' più attivi e uscire dai nostri soliti canali, in genere irraggiungibili per i più giovani.
S.Matteoni
00domenica 16 maggio 2010 23:32
Permettetemi di fare un intervento politicamente scorretto, per una volta almeno. Gli interventi di molti degli amici, alcuni dei quali conosco e stimo, in questa discussione mi hanno lasciato, lo confesso un po' perplesso.
Comincio dall'inizio, cioè proprio dal topic di questa discussione: da tempo, forse da sempre, sento e leggo lamentazioni e giaculatorie sui pochi giovani che si avvicinano al gioco storico e più in generale al nostro hobby; bene lo ammetto a me che lo facciano o meno interessa relativamente poco, io gioco da tanti anni, più di 30, e quando ho cominciato ero uno dei giovani del club ora sono uno dei più vecchi, pochi eravamo allora pochi siamo adesso; allora giocavamo a tre o quattro regolamenti o periodi ora a molti di più, se il problema è la solitudine ludica, indipendentemente dalle generazioni, lo capisco e ammetto di essere un privilegiato in quanto membro di un piccolo club che sopravvive da 40 anni, ma se si hanno persone gradevoli ed intelligenti con cui passare qualche ora a lanciare dadi dove sta il problema? Io detesto i missionari di qualsiasi genere e non mi sogno nemmeno di convincere, o provare a farlo, che gioca al fantasy a passare allo storico. Se uno si diverte così buon per lui, continui pure, la cosa non mi riguarda più di tanto. Ovviamente porto tavoli a partecipazione alle conventions, e secondo qualcuno anche tavoli abbastanzabuoni, ma lo faccio per mostrare ai membri della mia comunità le cose nuove che ho scoperto, non faccio proselitismo per scelta, ovvio che se poi qualcuno, giovane o anziano che sia si appassiona, tanto meglio.
In questo non concordo con Lorenzo: perché mai io dovrei giocare a qualcosa che non mi interessa affatto solo perché qualcuno potrebbe poi forse provare a giocare poi a qualcosa che non gli interessa affatto? Ognuno scelga quello che gli piace vivaddio, e tutti saremo contenti!
Seconda questione. Leggo che uno dei problemi dell'hobby sia il proliferare di regolamenti differenti. Ma stiamo scherzando? Quando qui da noi erano arrivati solo i vari Featherstone, Preti e Quarrie, credete che fosse meglio? Oggi se voglio, e voglio e lo faccio, posso giocare il napoleonico a livello di compagnia o di armata. Posso muovere sul tavolo navi napoleoniche, carri armati della prima guerra mondiale, picchieri spagnoli, aerei ad elica e jets, con le filosofie di gioco, le tecniche regolamentari e la strutture di gioco più varie. Questa è solo una ricchezza, guai se la perdessimo; viva la proliferazione dei regolamenti, anzi speriamo che sempre di nuovi e di concettualmente differenti ne arrivino, lo stesso vale ovviamente per le figure, gli accessori etc. etc.
Infine la questione della storia come spauracchio. Premetto che nessuno si deve sentire offeso da ciò che sto per dire, è solo la mia opinione. Quello che io amo è il wargame "storico", i francesi lo chiamano jeu d'histoire, e per giocare a questo gioco si deve avere un interesse, meglio se una passione, per la storia, per gli uomini che hanno combattuto le varie guerre, per le idee e persino per le contraddizioni che li animavano. Giochi divertenti ce ne sono tantissimi nel mondo, se non si hanno questi presupposti meglio lasciar perdere, si può giocare a scacchi, al majong al go o a mille altri splendidi giochi.
Questo fa del nostro hobby un hobby di nicchia, frequentato da un'esigua minoranza di persone? Certo che è così; è sempre stato così e sempre sarà così, le cose intelligenti nel mondo sono da sempre frequentate da pochi. Rassegnamoci, anzi rassegnatevi, perché a me va benissimo così.

Cordialmente,

Sandro
dadiepiombo
00lunedì 17 maggio 2010 09:20
Per prima cosa urge un chiarimento.

Nel mio editoriale ho parlato di wargame in generale. Certamente il wargames storico è quello più di nicchia, ma il problema del ricambio generazionale riguarda tutto il nostro mondo. Magari il fantasy soffre di altri problemi, ma non è questo il punto.

Concordo poi con Sandro, che se a uno non piace la storia, beh difficilmente si appassionerà a un hobby che si basa sulla storia. Però credo che quello che alcuni interventi abbiano voluto sottolineare è più l'atteggiamento spocchioso di chi passa più tempo a sbatterti in faccia del nozionismo storico che a tirare due dadi. E nel nostro ambiente non mancano personaggi di questo tipo, che sicuramente non aiutano.

La storia la si impara anche giocando a wargame. Giocando a wargame ci si appassiona di un periodo/esercito e se ne vuole sapere di più.

Concordo al 100% con Sandro sulla questione regolamenti. Che vale anche per i soldatini ecc. Stiamo vivendo nell'età d'oro del wargame, dal punto di vista dell'offerta.
Ora, uno può entrare in una pizzeria dove fanno solo la margherita e avere il vantaggio di non perdere tempo a decidere che pizza ordinare.
Uno può entrare in una pizzeria dove fanno cento tipi di pizze e può metterci molto di più a scegliere. Ma non raccontatemi che poi questo tipo è morto di fame perchè non ha saputo scegliere [SM=g8185] [SM=g8228]

Infine una nota sulla qualità delle miniature storiche e fantasy.
Io trovo che ci siano delle miniature storiche spettacolari oggi come oggi, che non hanno niente da invidiare a quelle fantasy (in molti casi gli scultyori sono gli stessi). Poi uno può trovare più evocativo un Goblin di un Ussaro, ma non è un problema di miniatura, ma di background.
E qui mi riallaccio al discorso di Renato.

Il background/immaginario è fondamentale. Mi sembra però che Hollywood negli ultimi anni abbia dato il suo bel contributo. Voglio dire negli ultimi 15 anni sono uscuiti film spettacolari:
Braveheart, Le Crociate, Il Gladiatore, Giovanna d'Arco, Alexander, il Patriota, Salvate il Soldato Ryan, Black Hawk Down. Molti anche film "per tutti" (300, Pearl Harbour...) in cui magari la storia è stata un po' "rielaborata" (ma che poi è quello che facciamo noi!!) ma non indifferenti per l'accrescimento di un immaginario.

Tornando poi alla question centrale, il proselitismo, ovvio che non tutti la devono sentire come missione e nessuno è "costretto" a giocare a quello che non interessa, così come non si è "costretti" a studiare la storia. Io nell'editoriale ho fatto un ragionamento: se andiamo avanti così l'hobby si estingue.
Ho identificato un nemico e si può decidere di combatterlo o no. Si può pianificare come, si può anche rifugiarsi nel bunker con molte vettovaglie ed aspettare... a voi la conduzione della guerra. [SM=g8204]

S.Matteoni
00lunedì 17 maggio 2010 10:16
Caro Lorenzo,

avevo premesso che avrei fatto un intervento politicamente scorretto, quindi al fine di rafforzare qualche concetto ho un po' estremizzato qualche posizione.
Una cosa però la voglio dire: la prima volta che ho sentito la frase "se continuiamo così questo hobby scompare" è stato nel 1975, alla prima riunione cui partecipai dell'allora Lega Italiana Wargame. Tieni conto che allora eravamo forse un decimo di quelli che siamo adesso, in tutta Italia erano censiti solo 6 clubs, non esisteva una sola convention, non esisteva un solo produttore italiano di figure o accessori e nemmeno un solo negozio, il tentativo di fare una rivista fallì dopo pochissimi numeri, non c'era un solo autore di regolamenti italiano né un solo regolamento italiano pubblicato. Sono passati 35 anni e la situazione mi pare sia molto migliorata altro che scomparire.

Sandro
dadiepiombo
00lunedì 17 maggio 2010 10:46
forse appunto perchè qualcuno di fronte alla possibile estinzione si è dato da fare [SM=g8204] . Di gente "in trincea" ne vedo parecchia. Di proselitismo ne è stato fatto e ora siamo molti di più. Ma come dicevo nell'editoriale sono pochi i giovani under 30. La questione quindi è capire se esistono delle strategie per coinvolgere i più giovani. Magari come ha detto qualcuno seminando oggi, per raccogliere domani.
Tridente.Bologna
00lunedì 17 maggio 2010 11:09
S.Matteoni, 17/05/2010 10.16:

Caro Lorenzo,

[...] la prima volta che ho sentito la frase "se continuiamo così questo hobby scompare" è stato nel 1975, alla prima riunione cui partecipai dell'allora Lega Italiana Wargame. Tieni conto che allora eravamo forse un decimo di quelli che siamo adesso, in tutta Italia erano censiti solo 6 clubs, non esisteva una sola convention, non esisteva un solo produttore italiano di figure o accessori e nemmeno un solo negozio, il tentativo di fare una rivista fallì dopo pochissimi numeri, non c'era un solo autore di regolamenti italiano né un solo regolamento italiano pubblicato. Sono passati 35 anni e la situazione mi pare sia molto migliorata altro che scomparire.

Sandro



Beh, visti i risultati, mi sembra che quella riunione fu molto proficua [SM=g8228]

Se uno pianta un seme e poi lo abbandona al suo destino è possibile che questo cresca come che non dia nessun frutto. Se uno invece lo cura, i casi sono sempre gli stessi, ma le probabilità di ottenere un risultato aumentano.

In realtà la discussione voleva fare riflettere non sulla possibilità di estinzione o meno del nostro hobby, ma sull'accettare il fatto che sarà sempre più diffuso tra persone di una certa età piuttosto che tra i giovanissimi.
Viste le premesse espresse da più o meno tutti, mi sembra che la cosa sia da accettare e da accettare in modo positivo. Non c'è nulla di male se la patente viene data partendo dall'età di 18 anni. In questo caso ovviamente si tratta di una valutazione di capacità e maturità, nel nostro hobby invece è una questione di gusti. Se ai ragazzi non interessa ciò che facciamo per mille motivi, secondo me non possiamo farcene una colpa. Tutto sommato l'apporto che il wargame può dare al wargame è infinitamente inferiore a quello che può fare un colossal cinematografico [SM=g8185]
Vi sembra così assurdo? Pensate a quante manifestazioni vengono fatte ed eventualmente quante se ne potrebbero fare. Dieci, venti ?! E quante persone possono raggiungere queste manifestazioni? Cento, duecento? Ora pensate alla diffusione che un film può arrivare ad avere. Cosa c'entra un film con il wargame?! Quante volte avrete visto un bambino all'uscita del film che rievoca, saltando e usando la mano a mo di spada, le scene appena viste assieme all'amichetto. Il maschio adulto per pudicizia evita di unirsi al figlio, ma la tentazione sarebbe grande [SM=g8228] . Tralasciando la sindrome di Peter Pan, ritengo che tutto ciò sia più che normale e sano, se poi troviamo un modo per dare sfogo a questi nostri reconditi desideri senza essere pubblicamente derisi, allora finalmente saremo paghi. Il wargame, nato come gioco per bambini, si sta trasformando in uno sfogo per adulti e sinceramente non ci trovo nulla di male. Quello che il wargamer dovrebbe fare è rendere l'inserimento positivo e non traumatico.

L'unica cosa che mi fa un po' riflettere è, se ai miei tempi c'era Ben Hur, e ora c'è Il Signore degli Anelli, quale tipo di wargame giocheranno i nuovi vecchi adepti [SM=g8192]
Beh forse la risposta è semplice, giocheranno il Wargame che più gli piace [SM=g8204]

dadiepiombo
00lunedì 17 maggio 2010 11:27

se ai miei tempi c'era Ben Hur, e ora c'è Il Signore degli Anelli



direi più il Gladiatore o il nuovo Robin Hood per fare un paragone. Ma anche il Signore degli Anelli va benissimo.
Grazie al computer ora le scene di battaglie nei film si sprecano.
Io non credo che il problema sia l'immaginario(*) o l'ambientazione storica invece che fantasy, basta prendere come esempio i vari Total War. Andate su un forum che tratta di questo gioco (e non è l'unico) e troverete discussioni sulle varie truppe come avviene nei forum di wargame. Solo che lì parlano di patch e non di miniature.

Appius (a proposito tutto bene da quelle parti?) ha detto giusto, è il soldatino il punto di partenza, è il soldatino (sia esso un orco o un legionario) che va "difeso" e "diffuso".

(*) l'immaginario in realtà è la chiave di tutto, quello che voglio dire è che tuttosommato di film di guerre ultimamente ce ne sono e anche molto "pop".
S.Matteoni
00lunedì 17 maggio 2010 11:41
Carissimo Fabio,

ti assicuro che quella riunione, come tutte le moltissime a cui ho partecipato sui più vari argomenti, è servita davvero a poco...
La questione su cui ero intervenuto non era quella del proselitismo, che tutti facciamo per il solo continuare a giocare, proporre regole e scenari, partecipare alle conventions, organizzarle e sempre parlare con tutti e spiegare quello che facciamo. La questione è che mi da fastidio sentir dire, sempre più spesso, che questo hobby è complesso, che richiede tempo, lavoro intellettuale e manuale e che sarebbe meglio se tutto fosse facile pronto da consumare. La nostra società da anni sta cercando di trasformarci da cittadini a consumatori, sta cercando di dirci che le cose si possono ottenere per canali diversi da quelli che sono la fatica, lo studio, l'impegno o la preparazione. Bene, almeno per quello che riguarda il mio amato hobby io non voglio che sia così; voglio che questo resti un hobby per gente disposta ad impegnarcisi, a leggere libri, a pensare, a confrontarsi e a scegliere, non per gente capace solo di consumare. Ai ragazzi che avrò la ventura di conoscere perché si sono avvicinati al wargame non dirò mai che è facile, come non l'ho mai detto ai ragazzi cui ho insegnato o con cui ho lavorato, per la semplice ragione che se lo dicessi mentirei. Tutto qui e nulla di più.

Cordialmente,

Sandro
Tridente.Bologna
00lunedì 17 maggio 2010 12:02
Re:
dadiepiombo, 17/05/2010 11.27:



[...]
(*) l'immaginario in realtà è la chiave di tutto, quello che voglio dire è che tuttosommato di film di guerre ultimamente ce ne sono e anche molto "pop".



e ritengo che sia questa la vera chiave di diffusione del wargame, assieme alla crescente visibilità offerta da internet.

Però attenzione a non leggere nelle mie affermazioni ciò che non c'è scritto! Io non voglio dire che le manifestazioni, gli Open Day dei circoli ed i Tornei allora non devono essere fatti perchè non apportano nuova linfa vitale rispetto ad altri media. Le manifestazioni, gli Open Day dei circoli, i Tornei, le partite "secche", come le campanie sono il wargame e ovviamente devono essere fatte perchè altrimenti non esisterebbe questo hobby. Vanno fatte inoltre cercando di dare maggiore visibilità al tutto, ovviamente nell'ambito delle proprie possibilità. Ma non fatevi portatori di un onere troppo pesante, perchè è da condividere con altri supporter dalle spalle molto più larghe
LotB
00lunedì 17 maggio 2010 12:15
Re:
feanor65, 16/05/2010 20.10:

Io credo che una differenza di approccio al wargame storico sia dovuta anche alla scelta degli eserciti.Mi spiego meglio.Se si gioca a warhammer, fantasy o 40.000, hai una vasta scelta di eserciti tutti con delle caratteristiche affascinanti.Forse, escluderei gli shaken e gli uomini lucertola, i meno accreditati, ma, per il resto,sopratutto i ragazzi, hanno un'ampia scelta.Per lo storico, a mio avviso il discorso cambia.Io, come scritta sopra ho cercato di coinvolgere i miei nipoti, inizialmente con il fantasy nel quale non ho avuto problemi,ed adesso con lo storico dove, invece, ci sono dei problemi.Quali?Semplice la scelta degli eserciti.Io, per esempio, colleziono tutti i romani dal repubblicano al tardo impero, i crociati con i vari ordini religiosi,gli indiani e la cavalleria usa , i risorgimentali ed i nordisti,ora,il problema e che mio nipote i galli, i celti,i suddisti o gli austriaci per combattere contro di me non li vuole collezionare anche a lui piacciono gli stessi eserciti miei.Per cui come combatto? Faccio le guerre civili romani contro romani?
Posso giocare a WAB e fare Spartani o greci,le uniche varianti accettate da mio nipote,contro romani oppure è un guaio.A lui i sudisti non piacciono,e, per una questione di onore, ( che gli ho infuso io)contro Roma non si combatte,quali eserciti puo' scegliere?Non gli vanno nemmeno gli islamici x combattere contro i crociati,gli austriaci non lo attirano e, l'unica cosa e che per mia fortuna, che sono sempre stato dalla parte degli indiani, non gli dispiace è la cavalleria USA.Tutto questo per dire che, magari, nello storico si puo' incontrare questo ostacolo che nel fantasy è molto minore se non addirittura nullo.



Molte divertente!
Mi è tornato in mente, dalla notte dei tempi, che quand'ero bambino-ragazzino e si giocava "ai Cow Boys contro gli Indiani", non c'era mai nessuno che volesse fare il Pellirossa, tanto che eravamo costretti a tirare a sorte.
[SM=g8320]


Tridente.Bologna
00lunedì 17 maggio 2010 12:16
Re:
S.Matteoni, 17/05/2010 11.41:

Carissimo Fabio,

ti assicuro che quella riunione, come tutte le moltissime a cui ho partecipato sui più vari argomenti, è servita davvero a poco...
La questione su cui ero intervenuto non era quella del proselitismo, che tutti facciamo per il solo continuare a giocare, proporre regole e scenari, partecipare alle conventions, organizzarle e sempre parlare con tutti e spiegare quello che facciamo. La questione è che mi da fastidio sentir dire, sempre più spesso, che questo hobby è complesso, che richiede tempo, lavoro intellettuale e manuale e che sarebbe meglio se tutto fosse facile pronto da consumare. La nostra società da anni sta cercando di trasformarci da cittadini a consumatori, sta cercando di dirci che le cose si possono ottenere per canali diversi da quelli che sono la fatica, lo studio, l'impegno o la preparazione. Bene, almeno per quello che riguarda il mio amato hobby io non voglio che sia così; voglio che questo resti un hobby per gente disposta ad impegnarcisi, a leggere libri, a pensare, a confrontarsi e a scegliere, non per gente capace solo di consumare. Ai ragazzi che avrò la ventura di conoscere perché si sono avvicinati al wargame non dirò mai che è facile, come non l'ho mai detto ai ragazzi cui ho insegnato o con cui ho lavorato, per la semplice ragione che se lo dicessi mentirei. Tutto qui e nulla di più.

Cordialmente,

Sandro




E così la mia mattinata lavorativa è andata a farsi f... completamente, beh pazienza era da un po' che non scrivevo quindi, diciamo che ho compensato [SM=g8204] .

Sandro... hai ragione, e se mettessimo sullo stesso piano persone che non si impegnano, con persone che si impegnano nessuno avrebbe più il merito di niente, l'eccellenza non avrebbe più un significato ed il mondo si appiattirebbe.

Però converrai con me (o lo spero) che se alle elementari facesseo vedere l'intero programma di matematica che va da li all'università gli alunni minimo ne sarebbero un po' turbati. Nelle cose, soprattutto quelle complicate e che richiedono fatica, ci si entra per gradi. Dire bugie no, non è giusto ne corretto, però nemmeno spaventarli serve a qualcosa. Forse indicare la via, lasciando a loro la possibilità di decidere in base alle proprie capacità e risorse, il punto in cui giungere potrebbe essere l'atteggiamento più sensato

LotB
00lunedì 17 maggio 2010 12:21
Re:
Babayaga2, 16/05/2010 20.04:

Io un'opinione un po' diversa circa le difficoltà di avvicinamento delle generazioni più giovani al wargame storico, pur condividendo molte delle motivazioni date da altri amici negli interventi precedenti.
Il fatto è che l'immaginario di riferimento che avevamo noi anni fa, e cioè quello dei film e dei libri di avventura (quasi sempre storici)adesso in pratica non esiste più. Anche i giocattoli per i maschietti - ed i soldatini ne sono un chiarissimo esempio - gravitavano sempre in quell'area. Ma era soprattutto il cinema che - spaziando dal kolossal al peplum, passando per una vasta gamma di cinematografia storica - credo condizionasse i punti di riferimento dei nostri giochi.

Oggi tutto questo è finito e, se riflettete bene, è avvenuto in concomitanta con l'evoluzione rapidissima degli effetti speciali computerizzati, particolarmente indicati per ricostruire mondi fantastici o di fantascienza. Fantasy e Sci-Fi sono diventati l'immaginario dei ragazzi di adesso, con l'eccezione di qualche blockbuster che utilizza a piene mani le meraviglie del computer o di pochissimi altri film, tra i quali spesso si insinua una venatura di fantastico.
Non a caso le new entry riconoscono soprattutto il periodo romano, quello medioevale e la 2A G.M. .
A questo si aggiunge l'elemento del politically correct che - a scanso di equivoci - induce i produttori a non avventurarsi su terreni minati dove, grazie ad una nuova e spesso diversa visione del passato, occorre andarci con mano leggera su tanti conflitti (e non solo western o coloniali).

Da parte nostra, ci mettiamo soprattutto due cose, particolarmente scoraggianti: il proliferare inasterrabile dei regolamenti, per i quali dire che è una giungla è dir poco (spesso anche per i giocatori)e l'impossibilità di comprare e giocare, non perchè occorre dipingere ecc. (sono abituati) ma per la ricerca, la comprensione delle army list, l'uniformologia, ecc. In pratica, se vuoi cominciare, devi già avere ben chiaro il periodo che ti interessa, altrimenti - se non hai un adeguato background - è un incubo, con tipi di soldati che non hai la minima di cosa siano o come vanno impiegati.

In ultimo (e lo dico da organizzatore di una manifestazione) il fatto che, purtroppo, spesso i dimostratori sono tutti di una certa età, per cui i ragazzi hanno un'istintiva diffidenza, pensando inoltre che i tavoli siano belli ma pallosi, in particolare quelli gestiti da chi pensa di insegnare un regolamento ad un absolute beginner in poco tempo e spiegandoglielo durante il corso della partita, anzichè privilegiare il gioco e la scorrevolezza: se si appassiona, magari un pensierino ce lo farà, ma se non capisce niente e muove i pezzi come un automa, allora.....! Con le dovute eccezioni, s'intende.



Effettivamente questa scarsità di comunicazione tra il mondo del cinema e quello dei wargame storici l'ho notato anche io. E' vero, oggi sono più i films dedicati alla fantascienza ed al fantasy che non quelli storici, ancorché mitologici, che erano il nostro pane quotidiano di quando eravamo giovani (o per qualcuno "più giovane").
Ultimamente però sembra che ci sia un revival anche del film storico: dal Gladiatore alle Crociate, ecc.
Purtroppo manca un aggancio del mondo delle miniature, vale a dire dei produttori delle stesse, con quanto viene proposto sugli schermi. E' piuttosto difficile, per non dire quasi impossibile, trovare delle miniature che riproducano i Personaggi di alcuni films di recente uscita.


S.Matteoni
00lunedì 17 maggio 2010 13:01
Fabio,

certo che concordo, la questione non è spaventare ma al contrario aiutare il neofita a capire come muoversi in questo mondo, senza favorire o auspicare scorciatoie che lo snaturerebbero.

Sergio,

se gli scultori di figure si ispirassero ai film saremmo in un bel guaio. Mi è stato detto, mi pare scritto anche qui, che in Agora i soldati di teodosio indossavano le segmentatae traianee, o qualcosa che gli somigliava.
Ottima invece, ma c'era da aspettarselo, la ricostruzione del Pacific di Spielberg.

Sandro
dadiepiombo
00lunedì 17 maggio 2010 13:48
la questione "difficoltà" sicuramente riguarda l'accesso all'hobby. Poi è normale e giusto che ognuno cammini con le sue gambe.
Qualche anno fa mi sono avvicinato al softair e quindi mi sono presentato sui vari forum come un neofita in cerca di informazioni. Chiedere quale replica (così si chiama lo schioppo) prendere per iniziare è come chiedere quale regolamento usare su questo forum. Ti prendi mille pareri, ma poi la scelta è tua.
Poi uno inzia (ma conosco anche chi non si è buttato pur avendo un certo interesse) e in qualche modo cammina da solo.

Credo sia più di un anno che non vado a giocare. Mancanza di tempo mi dico io, in realtà il tempo se uno vuole lo trova.
E' che
1) se devo scegliere tra wargame e softair non c'è storia
2) alzarmi alle 5 del mattino la domenica per poi farsi 1:30 di auto da solo mette una certa pigrizia.

Per chi ha veramente questa passione questi non sono problemi. Lo sono per chi in fondo cerca un alibi per chi non ha una forte passione.

Il wargame è un hobby complesso, c'è chi si avvicinerà come ho fatto io con il softair (comunque in qualche modo mi sento anche un softairer) e chi lo farà in modo più passionale.
Se uno ha la passione non lo ferma nessuno, altrimenti sarà un giocatore "occasionale". E non c'è niente di male.

L'errore che si compie quando si fa proselitismo, e arrivo al punto, è pensare che tutti i giocatori potenziali siano destinati a diventare veri appassionati.

Quello che va fatto è far conoscere questo hobby e in qualche modo indirizzare il giocatore verso un qualcosa che gli possa dare soddisfazione. A volte invece i giocatori italiani sono un po' rigidi su questo punto. Ci sono club "monoteisti" dove non è concesso giocare a regolamenti diversi da quelli stabiliti.
Forse è per questo che molti club fanno fatica a raggiungere le 10 unità, mentre ad esempio in Spagna ho avuto modo di conoscere due club con 150 soci ciascuno dove si gioca a tutto (e dove i giocatori giocano a più di un regolamento senza trovare così complessa la cosa).
LotB
00lunedì 17 maggio 2010 13:59
Re:
S.Matteoni, 17/05/2010 13.01:

Fabio,

certo che concordo, la questione non è spaventare ma al contrario aiutare il neofita a capire come muoversi in questo mondo, senza favorire o auspicare scorciatoie che lo snaturerebbero.

Sergio,

se gli scultori di figure si ispirassero ai film saremmo in un bel guaio. Mi è stato detto, mi pare scritto anche qui, che in Agora i soldati di teodosio indossavano le segmentatae traianee, o qualcosa che gli somigliava.
Ottima invece, ma c'era da aspettarselo, la ricostruzione del Pacific di Spielberg.

Sandro



Consentimi di non essere del tutto d'accordo.
La forza di attrazione dei films (uno per tutti: l'appena uscito Robin Hood) può facilitare l'avvicinamento dei giovani al nostro hobby. Cosa ci sarebbe di male a proporre delle miniature ispirate, tanto per fare un esempio, al gruppo di personaggi che si vedono nel films King Arthur? Oppure, altro esempio, alle Guardie Saracene di Sibilla, lei compresa (ovviamente a cavallo), che si vedono nel film "Le Crociate"?
Francamente, quale tipo di armatura indosseranno i miei "Legionari Imperiali" che sabato prossimo saranno impegnati in quel di Novegro, è l'ultima, ma proprio l'ultima delle mie preoccupazioni.
Per una ricostruzione rigorosamente storica, il cercare il più possibile una certa aderenza con le divise-armature indossate può anche andare bene, così come io stesso ho cercato di fare per la Guerra di Successione Spagnola, però non spingiamo troppo in là la cosa fino a farla diventare pura e semplice pedanteria.


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