TEX 708-709 La tribù dei dannati

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Pagine: [1], 2
BertAdams
00mercoledì 9 ottobre 2019 08:30
Pasquale Ruju & Alfonso Font
Dopo la sbornia boselliana, si torna alla normalità con un albo di Ruju e Font.
Racconto che fila liscio, senza scossoni e con pochi, troppo pochi, momenti significativi. Ruju non fa ingrifare non uscendo mai troppo dalla linea ideale, purtroppo però non riesce neanche a entusiasmare.
Per non sbagliare, riprende un suo personaggio recente e narra una storia tra lo strappa-lacrime e il melodrammatico, dimenticandosi che su Tex questi generi non funzionano per nulla.
Almeno per me.
E' che un Tex così premuroso mi sembra davvero irreale.
Testo nascosto - clicca qui

Interesse per il proseguo molto tiepido.

Font invece mi sembra in ripresa dopo un periodo che mi aveva convinto poco. Sempre un grande disegnatore che ogni tanto litiga con le fisionomie di Tex e Carson, che spesso rappresenta sghembi e mingherlini. Quasi bisognosi di integratori alimentari. [SM=x74930] Un po' l'inverso del buon Fusco e per me altrettanto spesso al limite del tollerabile. Però quando meno te lo aspetti ti mette lì una tavola bellissima e lo perdono...

La copertina di Villa divisa a metà non mi intriga. Lo sfondo bianco io lo limiterei al minino, usandolo solo per illustrazioni che "bucano lo schermo".
Juan Galvez
00mercoledì 9 ottobre 2019 14:20
BertAdams, 09/10/2019 08.30:


E' che un Tex così premuroso mi sembra davvero irreale.

Ti sembra perché lo è.

Storia priva di un qualsivoglia interesse, senza mordente, senza personaggi che facciano non dico appassionare, anche solo non annoiare a morte. Unico lampo, un bellissimo Carson al suo primo apparire: ogni tanto ci si rammenta che il vecchio Kit dovrebbe essere una GRANDE eroe.

Font è arrivato, e ci sta.

V.


C.Palomar
00venerdì 11 ottobre 2019 00:45
Una strappastoria lacrime.
Myra Solano
00domenica 13 ottobre 2019 18:42
Trovo già poco interessanti i personaggi tragici e problematici che Ruju generalmente pone come protagonisti delle storie di Tex, figurarsi quando poi ritornano...Sono garanzia di una storia triste - e per questo già poco da Tex - con finale quasi sempre di morte con riscatto finale.

Sulla storia avete già detto tutto voi, non serve sprecare troppo fiato.

Io dico solo che il Tex "premuroso" mi ha fatto molto incazzare. Ne "Lo sceriffo indiano" Faraci pose Tex in atteggiamento intimo con un perfetto sconosciuto, qui Ruju piazza Tex fuori dalla galera ad attendere un giovanotto con cui ha parlato in tutto forse dieci minuti nella storia precedente, perchè possa condurlo sulla retta via. Si tratta di un giovane criminale, sebbene "portato sulla cattiva strada" da un altro (sempre colpa di qualcun altro, no?) - che però Tex chiama per due volte "ragazzo mio", espressione che il Tex di Ruju non ha mai usato nemmeno con suo figlio.

Per non parlare dell'analogia prospettata a pag. 19 tra la sofferenza causata da due situazioni diverse: la mancanza di rispetto per il fatto di essere un mezzosangue e la sofferenza per il fatto di essere un uomo braccato.
Va bene che qui si vuol far fare a Tex il "padre" buono di Makua (cfr. pag. 20) al posto di quello cattivo rappresentato da Santos, ma mettere i sentimenti del giovane Tex fuorilegge sullo stesso piano di quelli di un criminale mezzosangue appena uscito di galera mi sembra un po' troppo.
Magari ci voleva Kit per dire cosa si prova a essere un mezzosangue.


D'accordo con voi su copertina e disegni.
Il Tex di Villa sembra che stia pensando ad altro mentre spara; Font è arrivato, ma lo trovo ancora più leggibile di tante nuove leve.


Myra Solano
00domenica 13 ottobre 2019 19:00
Qui ho cliccato per errore. Scusate 😴😴😴
C.Palomar
00martedì 29 ottobre 2019 22:12
Ti posso chiedere una cosa, ovviamente senza nessun tipo di critica o provocazione? Tu dici che le storie con "personaggi tragici e problematici", e in generale "tristi", non sono da Tex; dici anche che un rapporto empatico con un giovane criminale, generato dalla sovrapposizione con la figura del figlio (mezzosangue) e del suo io giovanile (fuorilegge), non è possibile, perché deve esserci una distanza netta tra l'eroe e il criminale.
Ora, però: queste sono entrambe caratteristiche sviluppate da Nolitta in "Caccia all'uomo", che personalmente (da NON texiano) ritengo una delle storie più belle che io abbia mai letto su Tex (ammetto però di non essere un assiduo lettore). Al di là del fatto che naturalmente non voglio paragonare le due storie per qualità e risultati, però volevo chiederti: perché non ritenerla allora una storia con caratteristiche adatte per Tex? Pensi anche tu come qualcuno che Nolitta rappresenti un Tex "infedele"?
Sulle storie "tristi", poi, in cui Tex non è pienamente vincitore, e in cui non può sovvertire pienamente le sorti di un evento, so che anche GLB ne ha scritte diverse, ad esempio quelle sulla guerra civile...
Myra Solano
00mercoledì 30 ottobre 2019 11:03
Dal mio punto di vista, Nolitta dà il via ad un periodo crepuscolare su Tex, che raggiungerà il culmine con "Il segno di Cruzado" e ancor più con "La freccia spezzata", storia che mi indusse a scrivere la mia prima lettera di protesta in redazione.

Non so se "infedele" sia il termine corretto, di sicuro quel Tex rappresenza la visione della vita di Nolitta, che era ben lontana da quella del padre, ottimista, solare, positiva, eroica, ed è questa la visione che il grande vecchio ha riversato su Tex, quella che io amo e che cerco quando leggo (ormai leggevo) Tex.

In "Caccia all'uomo" vediamo all'opera un Tex manettaro (che Andy e i suoi amici apostrofano da subito come "sbirro") che pesta tizio e caio ma senza ascoltarli, nonostante continuino a ripetergli che Andy è un "bravo ragazzo", un Tex che ci mette più di un albo a rendersi conto che Andy era stato accusato ingiustamente (situazione che il ranger dovrebbe ben conoscere) e che poi si fa fregare dallo sceriffo Lonegan, con il risultato di permettere che tirino il collo a "Faccia d'Angelo".

Tralascio l'episodio con i Navajos fuori controllo e ubriachi (i Navajos di Tex, persino lui non ci può credere) e il commerciante truffaldino che viene minacciato e blandamente sbatacchiato, ma lasciato al suo posto.

C.Palomar, 29/10/2019 22.12:


Sulle storie "tristi", poi, in cui Tex non è pienamente vincitore, e in cui non può sovvertire pienamente le sorti di un evento, so che anche GLB ne ha scritte diverse, ad esempio quelle sulla guerra civile...



Non "diverse", direi due: "Tra due bandiere" e "Apache Kid", entrambe basate su avvenimenti storici, avvenimenti che neppure Tex poteva cambiare. In qualche altra occasione GLB si ispira a eventi storici, per poi condurre la vicenda a modo suo, da par suo.

A quanto pare, Nolitta è l'ispiratore de "La sconfitta". Avrebbe voluto che Tex (cito) "venisse battuto da un tiratore più bravo", ma per fortuna GLB ha disposto diversamente.


BertAdams
00mercoledì 30 ottobre 2019 11:51
Re:
Myra Solano, 30/10/2019 11.03:

Dal mio punto di vista, Nolitta dà il via ad un periodo crepuscolare su Tex, che raggiungerà il culmine con "Il segno di Cruzado" e ancor più con "La freccia spezzata", storia che mi indusse a scrivere la mia prima lettera di protesta in redazione.

Non so se "infedele" sia il termine corretto, di sicuro quel Tex rappresenza la visione della vita di Nolitta, che era ben lontana da quella del padre, ottimista, solare, positiva, eroica, ed è questa la visione che il grande vecchio ha riversato su Tex, quella che io amo e che cerco quando leggo (ormai leggevo) Tex.

In "Caccia all'uomo" vediamo all'opera un Tex manettaro (che Andy e i suoi amici apostrofano da subito come "sbirro") che pesta tizio e caio ma senza ascoltarli, nonostante continuino a ripetergli che Andy è un "bravo ragazzo", un Tex che ci mette più di un albo a rendersi conto che Andy era stato accusato ingiustamente (situazione che il ranger dovrebbe ben conoscere) e che poi si fa fregare dallo sceriffo Lonegan, con il risultato di permettere che tirino il collo a "Faccia d'Angelo".

Tralascio l'episodio con i Navajos fuori controllo e ubriachi (i Navajos di Tex, persino lui non ci può credere) e il commerciante truffaldino che viene minacciato e blandamente sbatacchiato, ma lasciato al suo posto.



Non "diverse", direi due: "Tra due bandiere" e "Apache Kid", entrambe basate su avvenimenti storici, avvenimenti che neppure Tex poteva cambiare. In qualche altra occasione GLB si ispira a eventi storici, per poi condurre la vicenda a modo suo, da par suo.

A quanto pare, Nolitta è l'ispiratore de "La sconfitta". Avrebbe voluto che Tex (cito) "venisse battuto da un tiratore più bravo", ma per fortuna GLB ha disposto diversamente.





[SM=x74995] [SM=x74874]

Solo a sentir nominare il Segno di Cruzado mi vengono manie omicide [SM=x74970]

E Caccia all'uomo è il male. La lessi in diretta e mi ricordo che la trovai così fuori posto e allora non capii il perché. E nonostante la giovanissima età (allora, sigh!)
Juan Galvez
00mercoledì 30 ottobre 2019 17:22



C.Palomar
00giovedì 31 ottobre 2019 00:18
Non riesco a vedere il perché Tex non possa affrontare, certo senza perdere la propria natura, situazioni che facciano emergere i suoi limiti e contraddizioni. L'epica non è contraria al dramma, non è avulsa dal limite: persino Zeus perde uno dei suoi figli nella guerra di Troia; e non può avvertirlo, non può salvarlo, benché sappia: perché questo è il destino deciso dalle Moire.

In Caccia all'uomo (che, perdonatemi, potete dire di tutto, ma non è "il male", "il male" semmai è tanta merda pubblicata con lo scopo di scimmiottare GLB con pessimi risultati per decenni) Tex è posto di fronte ai suoi limiti: non riesce a giudicare un ragazzo (che, è importante ricordare, nessuno saprà mai se era colpevole o innocente: perché questo non importa per empatizzare con il suo destino); non riesce a salvarlo; non riesce a esercitare il suo ruolo di ranger, e parallelamente non riesce neppure nell'essere un buon capo navajo, a proteggere la tribù dai criminali che vi stanno dentro come da quelli che vi stanno fuori. è il grande limite di Tex, che è un limite umano, che è la sua umanità: quello che gli ha impedito di vendicare davvero Lilith, di salvare davvero i navajo, di sovvertire grandi ingiustizie che ha incontrato per la sua strada, perfino di battere chiunque (La sconfitta) o di non commettere gravi errori (El Muerto che, prima del controllo di GLB, scommetto avesse una trama un po' diversa).
Al di là della grande varietà di temi trattati in queste storie, emerge un'idea fortissima di Tex come campione profondamente etico, che mostra la sua battibilità fisica per far risaltare la sua invincibilità etica, la sua ricerca costante di fare la cosa giusta anche quando è impossibile per un uomo solo, è impossibile senza un cambiamento politico, sociale, culturale. E tutto ciò che può fare Tex è prendere per il collo un uomo meschino, e fargli paura, e tornarsene tra la sua libera gente, in una società migliore, una "riserva" che continuerà a difendere. Perché di più non può fare, i proiettili non possono servire a cambiare queste cose, per cambiare queste cose serve che Tex sia un esempio, non una divinità invincibile.

Con questo ovviamente non voglio criticare il vostro punto di vista, voi conoscete molto meglio di me il personaggio, e senza dubbio avete il diritto di chiedere che sia come lo volete.
Bella la citazione di Ratman, è una storia che ho molto apprezzato.
C.Palomar
00giovedì 31 ottobre 2019 00:43
Specifico una cosa: io non credo che in queste storie Tex ne esca umiliato. Se così fosse, sarebbe certo un errore che porterebbe la storia fuori dall'orizzonte di un personaggio così forte, solare e pieno di risorse, ma soprattutto dotato di un grandissimo senso etico. Quindi il mio discorso non riguarda il fatto di "snaturare il personaggio", semplicemente credo che in queste storie Tex, restando sé stesso, possa mostrare altri lati di sé.
Per esempio, a me sarebbe piaciuto leggere una storia dove davvero Tex viene battuto da un avversario migliore di lui a sparare, ma non dotato della sua moralità; sarebbe stato interessante vedere come la sua etica l'avrebbe portato a superare i suoi limiti, a battere il migliore per il bene di tutti.
Invece vedere che Tex va a un rodeo e lo vince, gioca a carte e vince sempre, nemmeno Carson può essere migliore di lui in nulla... Sinceramente mi dà ai nervi [SM=x74946]

Oh, sia chiaro: faccio questo predicozzo (credo che nel West si dica così) perché mi fa piacere parlare con voi e comprendere le vostre idee, ovviamente non pretendo di venire qua a spiegarvi i fumetti o a dirvi cosa vi deve interessare leggere in Tex [SM=x74890] [SM=x74911]
Grazie anzi per le vostre risposte molto puntuali.
Juan Galvez
00giovedì 31 ottobre 2019 05:42
Re:
C.Palomar, 31/10/2019 00.18:

(...) Tex è posto di fronte ai suoi limiti: non riesce a giudicare un ragazzo (che, è importante ricordare, nessuno saprà mai se era colpevole o innocente: perché questo non importa per empatizzare con il suo destino); non riesce a salvarlo; non riesce a esercitare il suo ruolo di ranger, e parallelamente non riesce neppure nell'essere un buon capo navajo, a proteggere la tribù dai criminali che vi stanno dentro come da quelli che vi stanno fuori. (...)

Vedi? Hai colto perfettamente il punto: questi sono limiti umani. Che il Tex di GLB ha sempre avuto, ma non ha MAI mostrato. E' una scelta stilistica precisa, una precisa caratterizzazione del personaggio: mostrarli vuol dire caratterizzarlo in modo contrario, al limite vuol dire non aver capito un cazzo del personaggio.

E spero questo sia sufficiente per spiegare per la centesima volta l'ovvio.

V.


BertAdams
00giovedì 31 ottobre 2019 09:39
Per i centinaia di migliaia di lettori per cui Tex è (è stato) il fumetto più importante, il discorso che farò dovrebbe essere chiaro come la luce del sole e anche superfluo, mentre potrebbe aiutare a capire ai non adepti.
Tex per me è un personaggio di un'umanità profonda e non urlata, ma non meno "vera".
Il Maestro, uso questo sostantivo al maiuscolo che mai viene associato a lui mentre lo si spreca per qualunque altro fumettista, Gian Luigi era uomo del novecento. Prima parte del novecento.
Come i miei nonni mezzadri conosceva il significato della parola "pudore", che se talvolta nascondeva un lato oscuro, tutelava la riservatezza delle persone.
Si perché oggi ci si lamenta del fatto che la privacy è violata da questo o da quello, senza pensare che i primi a sputtanarsi in pubblico sono gli stessi titolari del diritto.
Beh GLB era esplosivo per molti versi, ma incredibilmente "delicato" per altri.
Quando ne Il Giuramento racconta la morte di Lilith, la questione viene liquidata con una manciata di tavole. Sembrerebbe insensibilità.
Eppure tutto il dolore viene espresso quasi senza parole e percepito da chi lo legge, che "soffre" assiema ad un eroe di carta.
Perché non vede solo la morte della moglie di Tex, ma l'ingiustizia del mondo, la crudeltà assurda e cieca, la vigliaccheria che colpisce gli innocenti. Quella che colpisce ogni giorno l'umanità.
Ma la risposta non può essere che la famosa lancia piantata sulla tomba e non lacrime.
Almeno nei fumetti si desidera che i colpevoli siano puniti come meritano. Che non ci siano segreti di Stato, avvocati ben pagari, la legge del più forte, che impedisca ancora una volta che l'ingiustizia trionfi.
E l'unico cosa che Tex può e deve fare è agire. E il Lettore di Tex vuole leggere della vendetta, non si dispera per Higgins lasciato morire di sete nel deserto e non chiede clemenza per Brennan come non lo fanno i pards mentre si allontanano dal luogo della tragedia.
Da notare che non c'è crudeltà nell'atteggiamento dei quattro. Si tratta solo il compimento della Giustizia, altrimenti sarebbe ingiustificabile.
E GLB è di una coerenza ferrea, infatti nelle poche storie che toccano direttamente il personaggio, lo rappresenta sempre così.
Soluzione funzionale, visto che si tratta di racconti che sono tra i più amati della saga (uno su tutti Il grande intrigo).

E' irreale tutto ciò? Certo, nella vita di tutti i giorni le cose vanno in maniera molto diversa.
Ma non sono forse irreali le storie di Ken Parker, Dylan Dog, Batman, Lupin III? Solo che a tutti loro non si chiede di trasformarsi in Tex per migliorare, mentre per Tex questa richiesta è ricorrente.
Si dice che sarebbe meglio se assomigliasse più a qualcun altro e dimenticasse chi invece è.
C.Palomar
00giovedì 31 ottobre 2019 11:58
Re:
BertAdams, 31/10/2019 09.39:

Per i centinaia di migliaia di lettori per cui Tex è (è stato) il fumetto più importante, il discorso che farò dovrebbe essere chiaro come la luce del sole e anche superfluo, mentre potrebbe aiutare a capire ai non adepti.
Tex per me è un personaggio di un'umanità profonda e non urlata, ma non meno "vera".
Il Maestro, uso questo sostantivo al maiuscolo che mai viene associato a lui mentre lo si spreca per qualunque altro fumettista, Gian Luigi era uomo del novecento. Prima parte del novecento.
Come i miei nonni mezzadri conosceva il significato della parola "pudore", che se talvolta nascondeva un lato oscuro, tutelava la riservatezza delle persone.
Si perché oggi ci si lamenta del fatto che la privacy è violata da questo o da quello, senza pensare che i primi a sputtanarsi in pubblico sono gli stessi titolari del diritto.
Beh GLB era esplosivo per molti versi, ma incredibilmente "delicato" per altri.
Quando ne Il Giuramento racconta la morte di Lilith, la questione viene liquidata con una manciata di tavole. Sembrerebbe insensibilità.
Eppure tutto il dolore viene espresso quasi senza parole e percepito da chi lo legge, che "soffre" assiema ad un eroe di carta.
Perché non vede solo la morte della moglie di Tex, ma l'ingiustizia del mondo, la crudeltà assurda e cieca, la vigliaccheria che colpisce gli innocenti. Quella che colpisce ogni giorno l'umanità.
Ma la risposta non può essere che la famosa lancia piantata sulla tomba e non lacrime.
Almeno nei fumetti si desidera che i colpevoli siano puniti come meritano. Che non ci siano segreti di Stato, avvocati ben pagari, la legge del più forte, che impedisca ancora una volta che l'ingiustizia trionfi.
E l'unico cosa che Tex può e deve fare è agire. E il Lettore di Tex vuole leggere della vendetta, non si dispera per Higgins lasciato morire di sete nel deserto e non chiede clemenza per Brennan come non lo fanno i pards mentre si allontanano dal luogo della tragedia.
Da notare che non c'è crudeltà nell'atteggiamento dei quattro. Si tratta solo il compimento della Giustizia, altrimenti sarebbe ingiustificabile.
E GLB è di una coerenza ferrea, infatti nelle poche storie che toccano direttamente il personaggio, lo rappresenta sempre così.
Soluzione funzionale, visto che si tratta di racconti che sono tra i più amati della saga (uno su tutti Il grande intrigo).

E' irreale tutto ciò? Certo, nella vita di tutti i giorni le cose vanno in maniera molto diversa.
Ma non sono forse irreali le storie di Ken Parker, Dylan Dog, Batman, Lupin III? Solo che a tutti loro non si chiede di trasformarsi in Tex per migliorare, mentre per Tex questa richiesta è ricorrente.
Si dice che sarebbe meglio se assomigliasse più a qualcun altro e dimenticasse chi invece è.



Grazie. Concordo sicuramente con l'ultima parte: Tex non deve cambiare per assecondare delle mode, come nessuna opera. Del resto il realismo in letteratura non vale nulla, quello che invece è importante è la coerenza interna.

C.Palomar
00giovedì 31 ottobre 2019 11:59
Juan Salvo, a chi l'hai spiegato cento volte l'ovvio, a me? Non credo, non mi sembra ci sia stata alcun tipo di discussione né di confidenza, e tra l'altro anche in questa discussione non stavo parlando con te.
Juan Galvez
00giovedì 31 ottobre 2019 14:26
Re:
C.Palomar, 31/10/2019 11.59:

Juan Salvo, a chi l'hai spiegato cento volte l'ovvio, a me? Non credo, non mi sembra ci sia stata alcun tipo di discussione né di confidenza, e tra l'altro anche in questa discussione non stavo parlando con te.


Palomar, sei l'ultimo arrivato, non rompermi i coglioni.

V.

C.Palomar
00giovedì 31 ottobre 2019 14:38
Non rompermeli tu, e non romperli in generale, sei entrato a gamba tesa in una discussione in cui non c'entri nulla.
Datti una calmata.
Juan Galvez
00venerdì 8 novembre 2019 14:21
Parliamo un po' della conclusione della makuata.

Dal punto di vista grafico, la superba copertina villiana del 709 fa da cornice a un Font che, al di là di alcuni svarioni e pessime fisionomie, gira meglio che nell'albo precedente. E quando gira occasionalmente bene è un bel vedere.

Per la sua parte, Ruju accompagna il lettore alla fine annoiandolo: è tutto ovvio, scontato e prevedibile; non ci sono guizzi nè motivi reali di interesse. Nessun personaggio che possegga un po' di carattere e carisma, a onta di un Tex e un Carson tutto sommato corretti.

L'errore dei sei uomini disegnati da Font che diventano quattro nelle parole dei due pards pare segnalare il livello di profonda attenzione ed estremo coinvolgimento fa parte di chi revisiona gli albi - ammesso che qualcuno ancora lo faccia.

V.
BertAdams
00venerdì 8 novembre 2019 15:37
Re:
Juan Galvez, 08/11/2019 14.21:

Parliamo un po' della conclusione della makuata.

Dal punto di vista grafico, la superba copertina villiana del 709 fa da cornice a un Font che, al di là di alcuni svarioni e pessime fisionomie, gira meglio che nell'albo precedente. E quando gira occasionalmente bene è un bel vedere.

Per la sua parte, Ruju accompagna il lettore alla fine annoiandolo: è tutto ovvio, scontato e prevedibile; non ci sono guizzi nè motivi reali di interesse. Nessun personaggio che possegga un po' di carattere e carisma, a onta di un Tex e un Carson tutto sommato corretti.

L'errore dei sei uomini disegnati da Font che diventano quattro nelle parole dei due pards pare segnalare il livello di profonda attenzione ed estremo coinvolgimento fa parte di chi revisiona gli albi - ammesso che qualcuno ancora lo faccia.

V.



Quoto tutto così mi risparmio la fatica.
Ho notato anch'io che i nostri non sanno neanche più contare gli avversari. O meglio che i redattori e curatori non sono molto attenti.
Archivio e tremo all'idea che fra un mese c'è Nizzi.

Juan Galvez
00venerdì 8 novembre 2019 16:42
Re: Re:
BertAdams, 08/11/2019 15.37:



Quoto tutto così mi risparmio la fatica.
Ho notato anch'io che i nostri non sanno neanche più contare gli avversari. O meglio che i redattori e curatori non sono molto attenti.
Archivio e tremo all'idea che fra un mese c'è Nizzi.


A 'sto punto il soporizzatore di Fiumalbo rischia di fare la sua porca figura.

V.
BertAdams
00venerdì 8 novembre 2019 18:05
Re: Re: Re:
Juan Galvez, 08/11/2019 16.42:

A 'sto punto il soporizzatore di Fiumalbo rischia di fare la sua porca figura.

V.

Per rispetto che si deve ad un ottantenne mi trattengo da aggiungere altro 😎
Si nota però una certa omologazione verso il basso. Un basso abissale.
D'altronde come scrive uno che se ne intende, mica si può mettere alla prova un Bilotta che non si è formato sui classici dell'avventura.
Meglio uno come Nizzi che avrà anche letto Dumas ma da anni si diletta nel fracassare i maroni ai texiani.
Tex sembra diventata un'RSA dove parcheggiare autori che non si sa più dove mettere.
Un ruolo quasi prestigioso a suo modo 😀
Myra Solano
00domenica 10 novembre 2019 17:08
Re: Re: Re: Re:
BertAdams, 08/11/2019 18.05:


Meglio uno come Nizzi che avrà anche letto Dumas ma da anni si diletta nel fracassare i maroni ai texiani.



E che ora avrà la sua rivincita.
Nonostante quello che ha fatto a Tex nel Medioevo nizziano, eccolo ritornare in pompa magna sulla serie regolare a smazzarsi il "vecchio" Tex insieme a Ruju, mentre il curatore si diverte a rivoltare il mito del Nostro nella serie "giovane".

Non so se il soporizzatore di Fiumalbo farà la sua porca figura, ma può anche darsi, visto che rientra più fresco e forse più motivato dell'ormai spento Ruju. Una cosa è certa: gli amanti della coppia Tex-Carson faranno grande festa, mentre Tiger e Kit si vedranno sempre meno. Forse è meglio così, visto come sono stati trattati (soprattutto Kit) da entrambi gli autori.

Quanto alla Makuata, quoto il post di Juan e le successive osservazioni di Bert.

Ciò che contraddistingue la scrittura di Ruju è il trattamento da protagonista riservato al "suo" personaggio (dove starebbe poi la "furia" del titolo, lo sa solo Ruju...), con Tex e Carson a fare un po' da angeli custodi. Per il resto, ci sono le sequenze rallentate di Nizzi, mentre del comparto faraciano Ruju recupera i flash-back, il cattivo col ghigno che si rivela una mezza calzetta e la scena dell'ammazzamento da parte del cattivo ghignante di uno dei suoi uomini, che ne aveva contestato l'operato.

Che dire? Il Carson di pag.114 mi ha tolto le parole di bocca, anche se il "finale amaro" è tutto per noi lettori. E in più c'è la beffa di trovarci tra i piedi ancora 'sta lagna di Makua con le sue "scelte difficili".

Ho già un'idea per il ritorno: la storia comincia al cimitero dov'è sepolto Bowen. Makua incontra là la findanzatina di Bowen, che lo piange ancora, e adotta il ragazzino. Naturalmente ci vogliono una bella strage e un bel po' di sensi di colpa, che fanno tanto Ruju. Cosa faranno Tex e Carson non ha poi molta importanza. 🤗


Bill Pelton
00domenica 10 novembre 2019 17:55
Direi che stavolta siamo tutti e quattro d'accordo.

Storiella abbastanza insulsa, diluita, piena di riempitivi, che va esattamente dove deve andare senza guizzi.
Tex e Carson corretti? Concordo. Ruju sa chi sono i personaggi che sta scrivendo e si guarda bene dal fare cazzate solo per il gusto di "rendere interessante" la storia, ciò che era il marchio di fabbrica di Nizzi e che comincia a fare sempre più spesso perfino Boselli.

Però lo fa in modo slegato e forzato.

La mia impressione è stata di leggere due storie. Una, con Tex e Carson che vanno a spasso per il West e ogni tanto fanno qualcosa di eroico come da contratto.
L'altra con il vero protagonista della storia, Makua, che deve a Tex la sua redenzione e il suo handicap, ma che per il resto potrebbe quasi fare a meno della presenza dei due pards.
Si guardi l'ultima quarantina di pagine e le forzature che Ruju deve mettere per far sì che Makua arrivi a un passo dalla sua vendetta, poi la rimandi, la lasci apparentemente a Tex per riprendersela sul finale.

Makua che si allena a sparare con la sinistra per ben sei pagine mi ha poi fatto capire che cosa mi va sempre meno di Ruju: i suoi non sono Western fordiani, ma spaghetti, ossia quanto di più lontano nello spirito e nell'atmosfera dal modello di GLB.
Nonostante le battute sempre "da contratto", le sue sono essenzialmente storie cupe e dominate da un alone di tragedia che incombe costantemente sui destini dei personaggi.

Per questo, sì, il soporizzatore di Fiumalbo potrebbe davvero riportare qualcosa che ormai si stava definitivamente perdendo su Tex: un po' di leggerezza e buonumore.
Lo dico senza ironia. E' stato l'unico, almeno nei suoi primi anni texiani, che da questo punto di vista aveva capito il giusto spirito delle storie di Tex. Peccato che poi le cose siano andate come sappiamo, che l'iniziale guasconeria si sia trasformata in farsa e che il progressivo scoglionamento abbia condotto la serie verso i suoi punti narrativamente più bassi.

Divagazioni nizziane a parte, mi sembra che Ruju stia calando, soprattutto sul fronte del ritmo, con storie sempre più diluite e insipide.
Dopo aver appreso che sta scrivendo anche per "Tex Willer", mi viene da concludere che le conseguenze del superlavoro stanno ormai contagiando anche lui.
Juan Galvez
00domenica 10 novembre 2019 18:11
Oppure, semplicemente, per (continuare a) scrivere su Tex non si deve disturbare il manovratore.

V.
C.Palomar
00martedì 12 novembre 2019 01:07
Un messaggio dal forum TW, per capire come funziona la questione refusi.

Bowen (Boselli):

Sugli errori posso solo scusarmi e dire che ero a Praga per lavoro quando la storia è stata rivista, non da me. Ci sono errori anche nelle storie riviste da me, e che sono tutte le altre, naturalmente. Capita. Ma in quei casi me ne prendo la colpa.

E a volte, come nel caso di taluni errori assurdi nello Speciale Dampyr, i testi erano stati corretti, ma poi i files digitali stampati sono stati quelli sbagliati. Delizie del digitale!


Juan Galvez
00martedì 12 novembre 2019 05:37
Re:
C.Palomar, 12/11/2019 01.07:

Un messaggio dal forum TW, per capire come funziona la questione refusi.

Bowen (Boselli):

Sugli errori posso solo scusarmi e dire che ero a Praga per lavoro quando la storia è stata rivista, non da me. Ci sono errori anche nelle storie riviste da me, e che sono tutte le altre, naturalmente. Capita. Ma in quei casi me ne prendo la colpa.

E a volte, come nel caso di taluni errori assurdi nello Speciale Dampyr, i testi erano stati corretti, ma poi i files digitali stampati sono stati quelli sbagliati. Delizie del digitale!



Funziona come sempre: la colpa è di chiunque tranne che del curatore, cioè del responsabile.

V.


C.Palomar
00martedì 12 novembre 2019 12:11
Quello che mi sembra un'altra buona spia dell'attuale caos Bonelli è il cialtronismo nell'uso del digitale. Nessuno dice che tu non lo debba fare per risparmiare tempo e denaro, ma bisogna rendersi conto che se non hai un supporto fisico devi avere più attenzione nel processo produttivo, e invece affrontano la cosa con grandissima superficialità.
Carlo Maria
00martedì 12 novembre 2019 13:09
Re: Re:
Juan Galvez, 12/11/2019 05.37:

Funziona come sempre: la colpa è di chiunque tranne che del curatore, cioè del responsabile.

V.






Mi è sembrato di leggere una dichiarazione del mio capo: incredibile come non esista al mondo un responsabile che si dichiari tale. 🤔
Juan Galvez
00martedì 12 novembre 2019 14:21
Re: Re: Re:
Carlo Maria, 12/11/2019 13.09:




Mi è sembrato di leggere una dichiarazione del mio capo: incredibile come non esista al mondo un responsabile che si dichiari tale. 🤔

Alcuni sono più capi di altri, e un ristretto numero sono esageratamente capi.

V.
Carlo Maria
00martedì 12 novembre 2019 14:27
Ma nel caso specifico a che errori "non commessi da lui" si riferisce? Lettering?
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