Speciale TEX WILLER Fantasmi di Natale.
Nella mia personale rincorsa a riempire ogni angolo rimasto della casa e a svuotare il (deprimente) conto in banca avrei potuto “passare” almeno questa volta. Ma non ce l’ho fatta!
Non voglio anticipare i tempi, sennonché una premessa la devo fare. La conclusione stupirà i pochi che leggeranno il resto.
Questo albo dimostra alcune verità.
Inizierei dal fatto che Boselli, quando è di buzzo buono, sforna ancora capolavori. E se non è un capolavoro poco ci manca. Solo la prima parte, diciamo le prime 30 tavole non sono del tutto convincenti. In seguito fila come un treno ed è, senza ombra di dubbio, il più bel racconto (meglio, sono i più bei racconti) letti da un bel po’ di tempo a questa parte.
C’e anche spazio per sperimentare. Del tipo. Leggere di una ragazza che legge il racconto di una donna che legge a sua volta una storia! La cosa straordinaria è che funziona e intriga.
Per i pochi che lo leggeranno preferisco non spoilerare nulla. Tranne che uno dei due protagonisti è davvero inaspettato e sorprenderà. Fino ad un certo punto, perché avevo subodorato dove Borden andasse a parare e tuttavia il colpo di scena a metà non mi ha per nulla infastidito. Nel senso che mi sarei ingrifato se non fosse andata così.
Consiglio la lettura sotto un bel plaid caldo che aiuta l’atmosfera. I racconti gotici come quelli che troverete e la neve e il gelo che pervadono tutto l’albo quasi lo richiedono per meglio apprezzare tutto.
C’è da aggiungere, ancora, che i soggetti dei racconti sono stati suggeriti da un altro paio di autori, con cui complimentarsi al pari di Boselli.
Come secondo punto a favore, affermerei che è davvero notevole l’Intreccio con il destino che si compie, preannunciato e quasi atto dovuto e la presenza di alcuni personaggi davvero strepitosi. Il vecchio, la rapita, i rapitori. Non mi ricordo da quanto Borden non azzeccasse quasi tutto. Dialoghi compresi.
Come ultimo, direi la capacità, che credevo perduta, di narrare grande avventura. Ah, se a qualcuno piace l’Avventura qui ce n’è da rifarsi gli occhi. Da noto prevenuto direi che è uno degli ultimi autori Bonelli in grado di regalarla ai lettori. Io ho come sentito l’eco dei grandi Maestri del genere. Chapeau!
I disegni di Ghion poi sono, e qui mi lascerò andare a superlativi, bellissimi, affascinanti oltre misura, perfetti per creare atmosfera. A mia memoria non ricordo un Tex, seppur giovane, così divo di Hollywood. Penso che le rare signore che sfoglieranno l’albo lo troveranno un “figo da paura”. E che dire del resto. Il meglio. La Natura rappresentata in modo sublime. Il gelo quasi si percepisce.
Non mi ricordo d’aver mai visto prima un suo disegno e la cosa ora mi dispiace. Dire che mi auguro che entri nello staff dell’inedito è riduttivo. Un lavoro eccellente e senza il minimo cedimento dalla prima all’ultima tavola. Anche a chi rinuncerà all’acquisto consiglierei di sbirciare gratuitamente in edicola. Imho ne vale la pena.
I colori stavolta meritano qualcosa di più di una breve riga. L’esperimento, di cui potranno godere gli acquirenti, è quanto di più singolare si possa immaginare. Ma vuoi il livello della storia, quello dei disegni e l’impegno del colorista, alla fine mi sono sembrati azzeccati.
E ad incorniciare tutto la solita splendida copertina di Dotti.
Quindi tutto bene?
Non proprio. Questo è il momento per esprimere la sola grande riserva. Non da poco. Questo è il primo albo di Tex post-Tex. Oltre a essere poco più di una comparsa, a me tutto l’albo è sembrato estraneo. Con la complicità del freddo, che costringeva il titolare della testata a mettersi qualcosa di più pesante, neanche la giacca giallo-fosforescente ad aiutarmi. Tutto diverso. Le armi (colt navy e non peacemaker), i vestiti, il nome camuffato. Ma sopratutto questa sensazione di trovarsi davanti ad una storia perfetta di Ken Parker. In senso positivo. Del miglior KP. O di un altro personaggio. Del Tex di GLB non mi sembra d’aver trovato quasi nulla. Per carità, eroico è eroico. Salva chi deve essere salvato. Però io non l’ho riconosciuto.
Penso che ormai Boselli per scrivere grandi storie anche sulle testate con scritto Tex debba fare a meno di lui. Tex gli sta stretto.
Non so se ad altri darà questa sensazione, né se è chiaro cosa voglio dire. Come giustificazione dico che è colpa del senso di spaesamento davanti ad un albo di TEX così bello e per me così alieno.
Vale dunque la pena acquistarlo? Dipende dai punti di vista. Se ci si limita a desiderare di leggere un grande racconto avventuroso, si senza riserve. Se poi non dovesse piacere vorrà dire che potrete chiedermi il rimborso...
Poi ci sono i disegni che dubito possano non piacere a qualcuno. La maggior parte, per me sono da 10 e lode.
Se invece siete degli inguaribili romantici e volete il pacchetto completo, quindi non vi basta l’eccellenza, se è priva del suo naturale protagonista, allora (forse) no.
Stringe il cuore sfogliare tavole e tavole chiedendosi ma quand’e che salta fuori Aquila della Notte? Si, si pronuncia il suo nome. Ma lo stesso tizio cui sembra indirizzato fa finta di non conoscerlo. Ecco. Forse è questo. Lo stesso giovane fuorilegge mi sembra rinnegare chi è e chi sarà. Quindi alla fine non resta che dell’amaro in bocca, quello che ti lasciava il più dissacrante Nolitta. Solo che qui formalmente è tutto corretto e pertanto a prima vista inspiegabile. Oppure sono io che non ho ancora trovato la giusta spiegazione. Ringrazio in anticipo se qualcuno me la saprà dare...