Re: Re:
Scritto da: Juan Galvez 03/02/2006 9.21
Non stare a sentire il Tak, infatti: in questi anni '20 vede solo i suoi espressionisti ;-)
V.
Come il
marpione criticoso non ha potuto fare a meno di sottolineare per me il cinema degli anni ’20 è soprattutto quello che per comodità di assimilazione possiamo chiamare
espressionista
Lo studente di Praga (1912) di Stellan Rye, Il gabinetto del dottor Caligari (1920) di Robert Wiene, Nosferatu il vampiro(1922) di Friedrich Murnau,Il Dottor Mabuse (1922) e Metropolis (1926) di Fritz Lang
rappresentano l’irruzione dell’immaginario onirico e allucinatorio che prende il sopravvento sul realismo.
Propongono una lettura metaforica e simbolica della situazione sociale e politica della Germania fra la prima e la seconda guerra mondiale.
Cioè di quel periodo che, secondo me, meglio fornisce la chiave di lettura non solo del XX secolo ma di tutta l’epopea dell’
uomo moderno.
Immerso in una realtà tragica e contraddittoria e sperduto nei meandri del subconscio individuale e sociale, sospeso fra la promessa di miglioramento e la minaccia di distruzione del progresso tecnologico.
Ambiguamente conteso tra anelito di uguaglianza e libertà e il bisogno di guida e sicurezza.
Non secondario poi l’impatto visuale di scenografie deliranti e prospettive deformate.
Di spazi geometrici obliqui e di inquadrature sghembe.
Che definiscono una poetica estetica di grande importanza per tutte le arti visive degli ultimi decenni del ‘900.