Istanbul

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BRESCIAGGHER
00sabato 7 febbraio 2004 14:10
"A seconda del tempo che fa, Istanbul diviene a volte
un quadro a olio, altre un acquerello,
altre ancora un pastello o un carboncino." (NAZIM HIKMET)




È la sensazione che si prova atterrando a Istanbul. Nessuno meglio di Nazim Hikmet, ha saputo raccontare l’essenza della città dove studiò e divenne poeta, una città amata e odiata, terra di cultura e di libertà negate, di poesie censurate, centro dai forti contrasti. Hikmet morì a Mosca nel 1963, i suoi versi si riscoprono universali ed eterni, e oggi Istanbul è ancora una città dai forti contrasti, che cambia al mutare del tempo, evocando un sentimento di odio-amore irrinunciabile.
Eppure, la custode delle preziose vestigia di tre imperi straordinari, Romano, Bizantino e Ottomano, di cui è stata capitale, è una città di una bellezza indescrivibile, costruita come nessun’altra fra due continenti, città occidentale in Asia e città asiatica in Europa, ponte d’incontro e scontro fra culture, religioni e grandi affari commerciali.
Istanbul “è davvero enorme come l’umanità”, per usare le parole con le quali Flaubert la descrisse nelle sue lettere di giovane viaggiatore, e riassumerla in poche pagine diventa compito straziante per chi, dovendola lasciare, se n’è innamorato perdutamente, pur conoscendone le innumerevoli contraddizioni di grande metropoli.
Perla scintillante del Bosforo per i narratori del passato, oggi Istanbul è una città cosmopolita, tecnologica, con quartieri che non hanno niente da invidiare alle città più avveniristiche del mondo. È una metropoli di 20 milioni di abitanti che guarda al futuro, convivendo con tradizioni millenarie che creano contrasti incantevoli e affascinanti, dando la sensazione a chi si appresta a scoprirla di visitarla di volta in volta in epoche diverse.
Basta passeggiare per le sue strade polverose per accorgersi di quanto questa città sia cresciuta in fretta: il traffico è sempre disordinato e rende difficile qualunque spostamento, i venditori di souvenir occupano ogni angolo della strada, con fare sempre più insistente, eppure la città mantiene inalterato il suo fascino, facendosi amare anche per i suoi enormi contrasti.
Istanbul è bella perché rappresenta la varietà da sempre, affascina perché per le sue strade è possibile incontrare donne velate negli abiti tradizionali, accompagnate da figlie biondissime, con la minigonna e con l’orecchio attaccato al cellulare, o ragazzi che abbinano i pantaloni all’ottomana con le trainer all’ultima moda, per non parlare delle antenne paraboliche, numerosissime, o dei mercanti con il portatile che frequentano ristoranti dove, rigorosamente, non si vendono bevande alcoliche.
Eppure, visitando il Gran Bazar, si ha l’impressione che il tempo, fra questa “bottegucce” come le chiamava Pierre Loti, si sia fermato. Un tappeto o un libro antico si acquistano come secoli fa, attraverso la contrattazione, vera e propria arte, irrinunciabile. Giocare al ribasso per il cliente è d’obbligo, con un’operazione spesso lenta e rilassante che si svolge di fronte a una tazza di tè nero offerto dal mercante. Contrattare non deve essere considerata un’operazione seccante, ma una maniera per conoscere più da vicino una cultura straordinaria, forgiatasi in secoli e secoli di commerci fra Oriente e Occidente.
Istanbul è per eccellenza un importante centro internazionale di arte e cultura, con un paradiso creativo che ha poco da invidiare a Parigi e a Londra. Attraversando il Corno d’Oro, passando per il ponte di Galata, si scopre Beyoðlu, la meta prediletta di artisti e viaggiatori, che qui si danno appuntamento per la Biennale d’arte, per i festival musicali e quelli dedicati al teatro, proprio come succedeva un secolo fa, quando scrittori e pittori frequentavano i caffè della Istikal caddesi, allora conosciuta come Grand rue de Pera, e dormivano al Pera Palace Hotel, magari nella stanza accanto a quella dove soggiornava Agatha Christie, che proprio qui terminò di scrivere il suo Assassinio sull’Orient Express. È in questo quartiere che ha sede la Fondazione per la cultura, che ha trasformato Istanbul in una metropoli fra le più attive dal punto di vista culturale di tutta l’Europa. È straordinario per chi visita Istanbul nella speranza di incontrarvi l’Oriente, scoprire come questa città, come il resto della Turchia, sia sempre stata attratta dall’Occidente, dapprima come modello di conquista, poi come modello culturale. Mustafa Kemal Atatürk Kemal, partorendo la Repubblica Turca sulle ceneri dell’Impero ottomano, impose i caratteri dell’alfabeto latino in sostituzione di quelli arabi e soprattutto introdusse un sistema legislativo e un diritto modellato su quello dei Paesi europei.
Oggi, più che mai, il principale obiettivo del Paese è quello di entrare nell’Unione Europea, e forse qualcosa sta cambiando in quei settori considerati tabù dai turchi, quali la libertà d’espressione, le condizioni di vita nelle carceri e la questione curda. Lo si percepisce dal fatto che si proiettano film in cui l’ironia per uno Stato troppo militarizzato viene espressa senza troppe velature. È l’esempio di O simdi asker (Ora fa il soldato) del regista Mustafa Altioklar, che ha sbancato al botteghino regalando due ore di risate e buonumore a due milioni di turchi. Per la prima volta nella storia del cinema turco si ride degli intoccabili, ridicolizzandoli, senza essere censurati. Si ride di qualcosa del quale non è permesso parlare, di un tabù che non accenna a cadere, come afferma il regista stesso. Eppure è un piccolo traguardo, se si considera che solo cinque anni prima il film non avrebbe mai potuto essere proiettato, o addirittura girato.
Si dice che il Bosforo faccia un passo avanti e due indietro e che il dissenso venga ancora punito con il manganello, eppure in parlamento passano leggi europee e anche se i primi risultati si potranno valutare soltanto fra qualche anno, nell’aria si percepisce la sensazione di un cambiamento. E chissà se anche Nazim Hikmet vivendo nel nostro secolo avrebbe potuto pubblicare le sue poesie senza essere arrestato, godendosi la propria terra e contribuendo allo sviluppo culturale di Istanbul...

dipi14
00sabato 7 febbraio 2004 20:39
bell'issima citta.ci sono gia stato ed insieme ad ankara è uno dei gioielli turchi.la cosa che mi è piacita di piu è la mosche blu e quella di santa sofia!!!
cuoreimpavido
00domenica 8 febbraio 2004 13:59
ho sempre immaginasto la vecchia costantinopoli come una città pericolosa e molto anarchica dal punto di vista sociale
dipi14
00lunedì 9 febbraio 2004 13:18
Re:

Scritto da: cuoreimpavido 08/02/2004 13.59
ho sempre immaginasto la vecchia costantinopoli come una città pericolosa e molto anarchica dal punto di vista sociale




molto disordine e confusione ma che comunque segue e rispetta una rigida legge coranica(seppure insieme alla tunisia è uno dei paesi dove questa è piu lasciva)!
ilmaghetto
00lunedì 9 febbraio 2004 23:55
sanra sofiaeeeee
cuoreimpavido
00martedì 10 febbraio 2004 12:42
Re: Re:

Scritto da: dipi14 09/02/2004 13.18



molto disordine e confusione ma che comunque segue e rispetta una rigida legge coranica(seppure insieme alla tunisia è uno dei paesi dove questa è piu lasciva)!




e' comunque uno dei pochi stati islamici laici
BRESCIAGGHER
00giovedì 12 febbraio 2004 10:41
Re: Re: Re:

Scritto da: cuoreimpavido 10/02/2004 12.42



e' comunque uno dei pochi stati islamici laici



verissimo
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