Informativa prefettizia antimafia

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marco panaro
00venerdì 25 giugno 2004 14:31
Tribunale Amministrativo Regionale Campania Napoli sez.I 22/6/2004 n. 9688

Il sistema normativo vigente non consente alcun rimando alla scelta delle stazioni appaltanti (dei concessionari) circa la decisione sull’idoneità antimafia dell’imprenditore di rendersi appaltatore di lavori pubblici e, quindi, non richiede che le determinazioni conseguenti alle informative ricevute, quali in particolare quelle in esame in tutto necessitate dal contenuto preclusivo dell’informazione, abbiano ad esser sorrette da più puntuali motivazioni (vedi, sul punto, Tar Campania, sezione prima, sentenza n. 8562 dell’11 maggio 2004, che precisa anche i casi di specie in cui deve invece ritenersi sussistere l’obbligo di motivazione puntuale).
marco panaro
00lunedì 14 maggio 2007 16:45
TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE PER IL LAZIO – SEZIONE III TER, SENTENZA 4043/2007
In ordine alla sussistenza dei presupposti di fatto assunti a base delle determinazioni, nonché della loro valutazione ai fini del giudizio sfavorevole formulato, il sindacato del giudice amministrativo sulla legittimità della informativa antimafia non si confonde con un giudizio di accertamento della sussistenza dei fatti – anche di rilievo penale – assunti a base del provvedimento.
marco panaro
00martedì 5 giugno 2007 12:34
Consiglio di Stato, Sezione Quinta, n. 2828/07
I valori costituzionali in gioco (presunzione di innocenza e libertà di impresa), se non escludono la predisposizione di mezzi di prevenzione, impongono che la “interpretazione della normativa in esame debba essere improntata a necessaria cautela” e fanno sì che quando determinati fatti risultino esaminati nella sede penale non è possibile pervenire ad una opposta valutazione nella sede amministrativa ed in tali casi ben può il g.a. (questa essendo la sua funzione istituzionale), se domandato da una parte, rilevarne l’illegittimità. Come la Sezione ha infatti già chiarito, “il nostro sistema giuridico è fondato sul principio di legalità e sulla soggezione dell’Amministrazione alla legge, e dunque qualunque manifestazione dell’azione amministrativa è passibile del controllo da parte della competente giurisdizione per verificarne la conformità alla normativa, anche sotto il profilo della logicità e della ragionevolezza” (Sez. V, 8 agosto 2005, n. 4207).
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