"Sotto i ghiacci siberiani c'è un virus preistorico pronto risvegliarsi"

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Hal.9000
00lunedì 14 settembre 2015 12:25
Lo scioglimento dei ghiacci siberiani potrebbe riportare alla luce patogeni sopiti per migliaia di anni. Uno scenario apocalittico che però, secondo un team di scienziati francesi, potrebbe non essere così distante
di MATTEO MARINI

IL PERMAFROST, il terreno ghiacciato della tundra siberiana si scioglie a causa del riscaldamento globale, trivelle e pozzi cominciano a bucare il sottosuolo a caccia di gas e petrolio. E un virus che ha dormito per qualcosa come 30mila anni nel ghiaccio si 'risveglia' e attacca l'uomo, che non possiede difese immunitarie per contrastarlo. Antichi patogeni dal periodo glaciale tornano a mietere vittime: sembra davvero l'inizio di una pellicola apocalittica, produzione hollywoodiana, che preannuncia l'estinzione della razza umana. È qualcosa di simile, con un po' di fantasia, a quello che temono gli scienziati ed è, a conti fatti, un'altra delle minacce che il "global warming" potrebbe riservare. Lo sostengono i ricercatori che stanno davvero per risvegliare, in laboratorio, il "Mollivirus sibericum", scoperto nel 2015 all'estremità orientale della Russia nella remota regione di Kolyma, all'interno del permagelo siberiano. Ma non prima di aver verificato con sicurezza che non può provocare malattie pericolose per l'uomo o gli animali.
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In Siberia un virus gigante sepolto per migliaia di anni



Il Mollivirus sibericum, scoperto dai ricercatori del Cnr francese. È uno dei "virus giganti", il cui diametro supera gli 0,5 micrometri. Sepolto per 30mila anni nei ghiacci della Siberia, sarà riattivato in laboratorio dal team di ricerca di Jean Michel Claverie. (Foto credit Pnas)
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In uno studio pubblicato sull'americano Proceeding of the National Academy of Science, un team del Centro nazionale per le ricerche francese ha sottolineato come lo scioglimento dei ghiacci nella zona artica, che sta avvenendo a velocità doppia rispetto alla media del resto del globo, sia pericoloso non solo per le coste minacciate dall'innalzamento degli oceani o per i cambiamenti climatici, ma potrebbe portare proprio al risveglio di agenti patogeni che, attraverso un organismo ospite, potrebbero riprodursi e diffondersi. "Poche particelle ancora infette possono essere sufficienti, in presenza di un ospite vulnerabile, a rianimare virus potenzialmente patogeni", ha detto uno dei responsabili del progetto, Jean-Michel Claverie, dell'Università di Marsiglia.

Nessuno fa riferimento davvero a un Armageddon ma l'eventualità di una comparsa di nuove patologie sembra essere tenuta in seria considerazione. Soprattutto perché tra qualche anno il traffico nelle zone in prossimità del Circolo polare artico sarà molto intenso. Lo scioglimento del ghiaccio renderà infatti molto più accessibili le enormi riserve di carburanti fossili che si trovano nel sottosuolo.

Fa ancora più paura pensare che il Mollivirus sibericum sia il quarto tipo di virus gigante isolato dallo stesso campione di terreno. Le sue caratteristiche sono la grandezza, che supera il mezzo micron (la soglia per essere definito "gigante") e la complessità genetica molto più elevata rispetto ai virus comuni: il Mollivirus sibericum possiede oltre 500 geni (per fare un paragone, quello dell'influenza A ne ha otto). Caratteristiche simili al più grande virus mai studiato, il Pandoravirus, scoperto dall'équipe dello stesso Claverie nel 2013: fino a un micron di diametro e 2500 sequenze di Dna.

Anche malattie debellate potrebbero essere quindi 'dormienti', sepolte sotto spessi strati di ghiaccio. Claverie ha condotto studi approfonditi riguardo gli antichi virus risalenti all'era glaciale ed è riuscito a riattivare uno di questi, il Phitovirus sibericum, sempre raccolto da un campione in Siberia, nel 2014. Il tutto condotto in laboratorio e in totale sicurezza, perché Claverie non è uno 'scienziato pazzo' come nei film di Hollywood, infatti ammonisce sui rischi di malattie che potrebbero 'riaccendersi' da una sorta di ibernazione durata decine di migliaia di anni, che fanno tornare alla mente le peggiori epidemie della storia umana: "Se non stiamo attenti e industrializziamo queste aree senza le necessarie misure di sicurezza, corriamo il rischio di risvegliare virus come il vaiolo che pensavamo fossero debellati".

www.repubblica.it/scienze/2015/09/14/news/quel_virus_preistorico_potrebbe_risvegliarsi_per_colpa_del_riscaldamento_globale-12...
anto_netti
10lunedì 14 settembre 2015 15:05
Re:
A volte la fantascienza diventa realtà.

Hal.9000, 14/09/2015 12:25:



Fa ancora più paura pensare che il Mollivirus sibericum sia il quarto tipo di virus gigante isolato dallo stesso campione di terreno. Le sue caratteristiche sono la grandezza, che supera il mezzo micron (la soglia per essere definito "gigante") e la complessità genetica molto più elevata rispetto ai virus comuni: il Mollivirus sibericum possiede oltre 500 geni (per fare un paragone, quello dell'influenza A ne ha otto). Caratteristiche simili al più grande virus mai studiato, il Pandoravirus, scoperto dall'équipe dello stesso Claverie nel 2013: fino a un micron di diametro e 2500 sequenze di Dna.




Il fatto di trovare microrganismi più complessi di quelli attuali, datati 30.000 anni fa, non dovrebbe essere uno schiaffo alla teoria dell'evoluzione? E' un po' come trovare conigli nel cambriano. Tutto questo sembra avere dei criteri di falsificabilità secondo ciò che diceva Karl Popper.

Ciao
anto_netti
Hal.9000
00lunedì 14 settembre 2015 15:09
Eh beh, in qualche modo il mistero dell'evoluzione si infittisce
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