00 07/05/2019 09:16
Scriviamo queste poche righe ancora totalmente provati dallo sviluppo di questa finale e dalle feste liberatorie che ci sono state alla fine, in questa lunga nottata. Una finale cominciata venerdì (sul campo, ma molto prima nella mia testa) e proseguita - colpo su colpo - sabato, domenica e lunedì: troppo. Essere andati in vantaggio presto ci ha disposto eccessivamente sulla difensiva, tra pali e occasioni divorate non l’abbiamo chiusa come potevamo, e così la Longobarda - che è una squadra fortissima che ha fatto un girone di Champions impressionante - ci ha messo sotto e ha trovato il pari. Ma a quel punto, coi rigori, sono entrati in gioco altri fattori, e di quello siamo immensamente orgogliosi: pur nella emergenza, infatti, abbiamo scelto l’11 e il modulo perfetti, compresa la lista dei rigoristi. E alla fine, grazie anche al pesante investimento sostenuto in estate per Cristiano, ci siamo di nuovo sentiti a casa, qui, nella competizione più bella, quella che abbiamo vinto 10 volte su 16 e che non smetterà mai di accenderci. Le ultime parole le dedico a Chirchiano, i cui tifosi sono stati magari un po’ folkloristici (era la prima volta, è normalissimo così), ma la cui squadra è stata un avversario maledettamente degno: a lui auguro altri successi sulla scia dei 3 trofei già raggiunti, conscio che la sua società, come la Tibur e anche il Consorzio, hanno rappresentato una novità ormai strutturale nel Fantarivi, un punto di svolta con cui tutti dovremo fare i conti. Per ora, però, ci godiamo la permanenza nel salotto Real della Coppa dalle Grandi Orecchie
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